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Di seguito riporto un esempio – paradigma del modo di agire di tale tecnica. E' il caso, che mi si è presentato alcuni anni fa, di una persona che, nel corso della terapia, mi parlò di un suo allontanamento dalla famiglia durante un anno nella prima età scolare. Invece di concludere l’anno scolastico nella sua città, dove lo aveva iniziato, lo finì nella cittadina dove si era trasferito a vivere con gli zii.

Alla mia richiesta di spiegazione dell’evento, la persona si rese conto di avere sempre considerato tale trasferimento come un fatto “normale”, tanto da non chiedersi mai del suo perché, né di averlo mai chiesto ai genitori.

Va detto che uno dei vissuti del mio cliente, legato al suo rapporto coi genitori, era sempre stato quello del figlio poco “considerato” nella sua individualità. Per questa persona il trasferimento di cui sopra era sempre stato vissuto come il risultato del fatto di non essere voluto, causa diretta dell’ allontanamento da casa. Questo aveva fatto nascere in lui un netto rifiuto nei confronti dei genitori.

La mia richiesta di sapere dai genitori, anche se erano passati ormai diversi anni, cosa aveva provocato quel trasferimento nel figlio non aveva avuto alcuna risposta utile.

A quel punto proposi l’uso della Caccia all’Anima per lavorare sull’evento.
Durante l’esperienza risultò che la madre aveva abortito. Il periodo del trasferimento scolastico coincideva esattamente con l’esperienza dell’aborto subita dalla madre. Il diretto interessato, però, sembrava non sapere nulla del fatto.
Mi venne, quindi, il dubbio che la tecnica non avesse funzionato, quando, dopo diversi giorni, la persona mi comunicò attonito che, durante una visita medica specialistica della madre, alla richiesta del dottore di elencare gli eventi cruciali della propria vita, la donna parlò anche dell’aborto.

Dopo un’intera vita, il mio cliente aveva compreso il senso del proprio allontanamento da casa, smontando in un istante l’idea sempre avuta di non essere stato voluto dai genitori e di essere per loro solo un “impiccio”.

Al di là della comprensione mentale, la persona cambiò il suo rapporto coi genitori, eliminando l’ostilità.
Una tale trasformazione interiore non sarebbe stata così immediata, se fosse stato il risultato di un processo di crescita consapevole nell’ambito di un approccio psicoterapeutico tradizionale.

A mio avviso, questo metodo è una valida possibilità di chiudere in altro modo i cerchi irrisolti della propria vita, lavorando sulla totalità dell’essere umano nelle sue dimensioni di corpo, mente e spirito.
Ritengo, quindi, fondamentale integrare più modalità nel prendersi cura dei disagi esistenziali che un individuo può incontrare nell’arco della propria vita.

Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800


(27/12/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

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