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Nella relazione tra genitori e figli può innescarsi un meccanismo analogo.
L’esperienza della madre, più di ogni altra, ha inizio dall’atto di custodire nel proprio grembo, quindi all’interno dei propri confini corporei, una nuova vita.
Dopo nove mesi quest’uovo protettivo si rompe, e da una fenditura viene fuori un nuovo esserino che, inevitabilmente, si sente come una diretta estrinsecazione del proprio corpo.

Tra l’altro, nella prima fase di vita del bambino, i genitori vivono fino in fondo la condizione di essere indispensabili per la vita del nuovo essere, il quale vive in uno stato di assoluta dipendenza dal mondo esterno. Questo tipo di relazione sviluppa, in genere, un sentimento di amore molto profondo che coinvolge la vita dei genitori nella sua totalità.

Questo è uno di motivi per cui, quando i bambini cominciano ad assaporare piano piano l’autonomia, a cominciare da quella motoria, per i genitori, e soprattutto per la mamma, iniziano le prime esperienze di distacco, le quali, a volte, non si riescono a metabolizzare immediatamente.

E andando avanti negli anni dello sviluppo del proprio figlio, per un genitore può risultare sempre più complicato manifestare un amore incondizionato.
C’è spesso un sottofondo di aspettativa di riconoscenza nei confronti del proprio figlio, ossia “io ti amo, ti proteggo, faccio qualsiasi cosa per te quindi mi aspetto che tu non mi abbandoni”.

In ambito psicoterapeutico spesso mi trovo a contatto con individui che vivono relazioni di dipendenza non funzionali al loro benessere, come figli o come partner.

Quando si arriva alla consapevolezza di accettare relazioni in cui il movente è il “bisogno di…”, questo è il momento per innescare un processo di cambiamento che va in direzione di relazioni sempre più facilmente mosse dalla scelta personale, e perché no, dal cuore.
In questi casi, parlare di cuore vuol dire riferirsi a quella sensazione di pienezza, di calore che si può avvertire anche fisicamente al centro del torace, e che poi si espande a tutto il corpo, partendo da quello che nelle culture orientali viene definito chakra del cuore.
Vi assicuro che connettersi con questa energia, porta spesso in relazione con quella solare, che irraggiando scalda, è un’esperienza estremamente piacevole e salutare!

Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it

tel. 338/7255800


(08/08/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

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