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Il fatto che siamo coscienti dei cambiamenti del corpo implica che disponiamo di qualcosa che li registra. Si ha così la possibilità di distinguere l’attività del corpo da quella della mente. L’analisi della mente ci porta ad osservare che essa non è stazionaria e subisce continui mutamenti.

La mente imbriglia le emozioni, subisce cambiamenti, trasformazioni, produce intelligenza. Con lo sviluppo della mente si eleva la coscienza.
Al di là della mente c’è qualcosa di più stabile verso cui tutto fluisce e da cui tutto rifluisce: lo spirito.

Anche la natura spirituale è soggetta a modifiche e cambiamenti da noi visibilmente percepiti: amore, abnegazione, attuazione delle virtù. Il Sé reale dell’individuo si colloca al di sopra della natura spirituale ed è in grado di apprezzare le modificazioni.

E’ questo il Sé, l’unico testimone che registra tutte le variazioni dello spirito, mente e corpo; l’aspetto che dà la tridimensionalità dell’essere e attraverso cui si può accedere ai mondi paralleli, con la riattivazione delle memorie.

Osserviamo che il corpo, la mente, l’elemento spirituale e il grande Sé, testimone di tutto ciò che cambia, sono i quattro fattori che risaltano dall’analisi immediata dell’essere umano. Il Sé è il soggetto e tutti gli altri non sono che oggetti.

I due fattori che compongono il nostro corpo furono chiamati in sanscrito Sthula Bhuta (il corpo grossolano) e Prana (vitalità). Questi due fattori sono costituenti fisici della nostra natura. L’attività della mente può andare dalle sensazioni primarie fino alle emozioni e sentimenti più complessi. Questo aspetto della natura mentale è definito in sanscrito Kama (desiderio) che è espressione di fenomeni quali sensazioni, sentimenti, passioni, emozioni e genera l’effetto di una speciale luminosità intorno al corpo: tale distinzione è osservabile agli occhi del veggente.

Sempre legato alla mente osserviamo l’altro fattore che ragiona, calcola, giudica, chiamato intelletto. Esso corrisponde all’aspetto inferiore del principio denominato Manas (mens per i latini). Al di là di ciò è presente la coscienza o ragion pura e possiamo chiamare questo aspetto coscienza o anima dell’essere, definita in sanscrito Manas Superiore.

La mente pertanto presenta tre suddivisioni: Kama (passione, emozione, sensazione...); Manas inferiore (la mens calcolatrice, l’intelletto…); Manas superiore (la mens affermatrice, anima o coscienza…).
Anche il Sé ha tre aspetti che lo caratterizzano, che non possono essere distinti facilmente gli uni dagli altri. Conoscerli e distinguerli richiede un alto livello di evoluzione e perfezionamento, il raggiungimento di Mahatma, la grande anima, il grande Sé, così definito nei testi antichi.

Quanto descritto è l’inizio della conoscenza del Sé, una analisi che produce l’espressione della saggezza. L’individuo si confronta con quanto lo circonda. Qualsiasi oggetto tangibile o non tangibile genera un effetto su ognuno e tale effetto è determinato sempre da una condizione definibile come movimento.

Le forme percepite nell’ambiente, nella Natura, sono il risultato di vibrazioni ritmiche, e la resistenza che genera la forma è il risultato di uno stato vibratorio composto da due tendenze contrarie universalmente presenti nella natura manifesta, e che sono attrazione e repulsione, forza centripeta e centrifuga. Queste due forze in relazione variabile producono i vari stati della materia.
I Maestri dicono: «Gli oggetti in quanto tali hanno una esistenza affatto relativa: relativa alla coscienza che ne abbiamo».



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