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Acqua 

 
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Le guerre per l’oro blu

Numerose sono state e sono ancora oggi le guerre per l’acqua che sono scoppiate in vari paesi del mondo. La risorsa idrica sta sempre più assumendo nel corso degli anni una valenza politica che le ha valso il soprannome di oro blu. L’acqua come il petrolio insomma. O più del petrolio. “Se le guerre di questo secolo (ventesimo, ndr) sono state combattute per il petrolio, quelle del prossimo secolo avranno come oggetto del contendere l’acqua” diceva nel 1995 Ismael Serageldin, vicepresidente della Banca Mondiale. E non si sbagliava. In Africa, in Asia ma non solo: i paesi e le popolazioni coinvolte in conflitti più o meno dichiarati sono numerosi, e i protagonisti non sono solamente le nazioni in via di sviluppo. Tensioni esterne e guerre civili interne scoppiano a causa dell’usufrutto di un bene che dovrebbe appartenere a tutti, come sostiene Vandana Shiva, scrittrice indiana, nonché rinomata scienziata e attivista ambientalista, autrice del libro Le guerre dell’acqua (Feltrinelli 2003).

Un esempio su tutti è il Sudan: questo paese si contende con l’Uganda l’utilizzo delle acque del Nilo causando contrasti elevati. All’interno, invece, una guerriglia tra governo islamico e ribelli del sud di religione cristiana e animista devasta il paese da anni utilizzando il conteso dominio sulle risorse idriche come vera e propria arma.
Nemmeno l’opulento Occidente, tuttavia, è alieno al problema se è vero che il fiume Colorado è causa di tensioni ormai decennali fra USA e Messico.

Gli effetti sulla scolarizzazione

La ricerca dell’acqua è di vitale importanza. Senz’acqua non si può sopravvivere. È per questo motivo che giornalmente donne e bambini dei villaggi più poveri, in Africa, per esempio, si incamminano alla ricerca di acqua. Per cercare il prezioso bene camminano otto ore al giorno, portando pesanti carichi.
Questo fenomeno ha una conseguenza negativa sulla scolarizzazione e sull’alfabetismo. I bambini sono costretti a saltare la scuola per cercare l’acqua. Mentre le donne, per il medesimo motivo, devono rinunciare a occuparsi dei propri figli da vicino o a cercare un lavoro redditizio che permetta loro di far fronte alle tasse scolastiche.
Un pozzo è privilegio di pochi villaggi, eppure la sua presenza sarebbe fondamentale per permettere una vita di qualità sensibilmente migliore.


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