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UN ALTRO TEMPO
W. H. AUDEN

Semplicemente uno dei libri cardine della poesia del 900

Gianluca Traini

"Qualunque sia la fede che professano, tutti i poeti, in quanto tali, sono politeisti.", W.H.Auden, Shorts, Adelphi, pag.101.

Se è dubbio che questa affermazione perentoria di Wystan Hugh Auden possa essere vera per tutti i poeti, lo è però sicuramente per uno in particolare, lo stesso Auden. Autore di una poesia che Montale definì camaleontica, nel senso che era capace di prendere il colore delle idee che versificava senza restarne prigioniera, Auden toccò il culmine della sua opera con la pubblicazione del suo primo libro edito negli Stati Uniti all'indomani dello scoppio della seconda guerra mondiale, Another Time, disponibile oggi in italiano con il titolo di Un altro tempo (Adelphi, traduzione di Nicola Gardini, testo a fronte).

Un altro tempo è senza dubbio una delle raccolte poetiche principali del 900, sia per la qualità stilistica che lo contraddistingue sia per l'importanza storica che riveste, essendo uscito in un particolare momento di crisi della società occidentale, momento di crisi che si riflette in alcune delle poesie più famose presenti nel libro, come nel poemetto 1 settembre 1939, in cui si allude all'invasione nazista della Polonia, o come nella splendida poesia.

In memoria di Ernst Toller, scrittore e drammaturgo tedesco che, dopo una vita travagliata, morì profugo e suicida a New York nel 1939: "Siamo tenuti in vita da poteri che fingiamo di capire: / essi governano i nostri amori; essi al fine dirigono / la pallottola nemica, la malattia, o anche la nostra mano."

Un altro tempo è inoltre il libro più vario e significativo del grande poeta inglese, che in queste pagine dà prova della sua straordinaria maestria tecnica, capace di piegare all'indagine dell'animo umano le forme metriche più disparate, dal sonetto, predominante nella prima parte, Persone e posti, alla ballata, che caratterizza la seconda, Ballate, canzoni, blues e altri versi, fino ad arrivare ai toni elegiaci della terza e ultima sezione del libro, quella delle Poesie d'occasione, dove, insieme ai temi politici e civili già accennati (1 settembre 1939 o Spagna 1937), Auden scrive alcune delle sue poesie più belle nel ricordo di uomini come Sigmund Freud e W. B. Yeats, la cui descrizione delle ultime ore di vita è qualcosa di indimenticabile: "Ma per lui fu l'ultimo pomeriggio che fu lui, / un pomeriggio d'infermiere e di sussurri; / le province del suo corpo si ribellarono, / le piazze della sua mente rimasero vuote, / il silenzio invase i sobborghi, / il flusso del sentire cessò in lui: egli divenne i suoi ammiratori."


  
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