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IO UCCIDO
GIORGIO FALETTI

…“E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?” “Io uccido”.

Daniel Tarozzi

Chi l’avrebbe mai detto. Giorgio Faletti, quello di Drive In. Quello di Emilio. Quello che “attacca la muuusicaaa”. Scrittore.

Quanti di noi, vedendo il suo nome comparire nelle librerie hanno faticato a prenderlo sul serio. In quanti si sono detti: ecco, l’ennesima dimostrazione che basta essere famosi per scrivere un libro. Il pensiero volava ai mille politici scrittori, ai libri “biografici” dei personaggi della tv, ai Vespa, ai Cecchi Pavone. E invece…

E invece, Io Uccido di Giorgio Faletti è prima di tutto un libro scritto veramente bene. Il romanzo, ambientato a Montecarlo, racconta la vicenda di uno spietato assassino e del suo investigatore. Banale? Assolutamente no. Perché Faletti, più che un ex-comico sembra un ex-psicologo. Leggi le prime pagine e sei subito catturato. Incedi, ansioso, tra i vari omicidi e i tentativi di un ex-agente dell’Fbi di fermarli. In effetti, il suo stile è molto made in Usa. Ma anche il lettore più patriottico, non potrà non apprezzare l’intensità delle immagini e delle emozioni evocate.

Eccezionale la psiche del “cattivo”. Eccezionali le descrizioni delle ambientazioni, degli omicidi, dei pensieri. Ottimo l’uso del nostro vocabolario. Mai appesantito da termini intellettualoidi, eppure profondamente filosofico. Al di là delle citazioni evidenti (Uno, nessuno e centomila), e delle tematiche di superficie (il bisogno di cambiare “faccia”, il rifiuto dell’identità, il dolore e il riscatto) emerge una visione netta e ben delineata della nostra società. Non mancano, quindi, i riferimenti all’attualità. Non manca il senso critico.

Dal 5 ottobre è in edicola la sua seconda fatica, Niente di vero, tranne gli occhi. Il pubblico (che ha reso Io Uccido uno dei libri più venduti delle ultime stagioni con le sue 1.300.000 copie) deciderà se Faletti avrà saputo confermarsi scrittore, o sarà considerato come quei comici che trovato un tormentone di successo non riescono più a liberarsene. Nel frattempo… Attacca la muuuuusicaaa.



(14/10/2004) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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