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IL NATALE E' IN ARRIVO
PROVIAMO A CAMBIARE PROSPETTIVA?

Meno due settimane a Natale. Luci, decorazioni, abeti, regali: la macchina funziona a pieno ritmo. Ma davvero questa festività è ridotta solo a consumismo e frenesia? E’ bello scoprire che c’è anche un’altra realtà.

Laura Bonaventura

Il Natale si avvicina e in televisione cominciano i servizi classici: da una parte interviste alla gente che fa acquisti, riflettori puntati sui regali e le relative manie consumistiche, bollettino dello shopping, esteriorità varie; dall’altra la versione pietistica-caritatevole, con i volontari che portano coperte ai barboni, i preparativi per la cena natalizia per i senzatetto, il Natale tra i bambini del terzo mondo e via di seguito. Si passa da un estremo all’altro con l’enfasi caratteristica del mezzo televisivo, capace di trasformare una banalità in “notizia” e presentare come fenomeni generalizzati le tendenze estreme relative a qualsiasi evento.

A me quest’anno sta capitando un fatto stranissimo. Essendomi ormai completamente disintossicata dall’utilizzo della televisione – credo di non averla mai accesa in tutto l’anno, se non per vedere qualche film in dvd – e apprendendo le notizie quotidiane esclusivamente da una rapida scorsa mattutina su Internet, vivo completamente calata nella mia realtà di tutti i giorni e scopro che il mondo di cui parlano i media è spesso molto lontano da quello che vive la gente comune, quella che non fa notizia.

Ho scoperto inoltre che proiettarsi nella macro-realtà televisiva distoglie l’attenzione dalla verità che è sotto i propri occhi e arriva a deformare le percezioni, facendo sembrare che le cose vadano molto peggio di quanto non accada di fatto. Così proprio in questo periodo natalizio vedo e vivo contesti e situazioni che mi rallegrano e mi fanno sperare.

Ecco le mie piccole rivelazioni:

1) Un Natale ecologico. Nella scuola materna di mio figlio il Natale è all’insegna di una sola parola: riciclo. Nell’ambito del progetto annuale dedicato al riciclo ecologico, in questa festività maestre e bidelle stanno dando il meglio di sè. All’ingresso l’albero di Natale, semplicemente delizioso, è interamente decorato con carta di riciclo, l’intero corridoio inneggia alla festa con addobbi realizzati in materiale riciclato e ogni giorno i bambini preparano lavoretti utilizzando prodotti “di scarto”. Questa mattina ad esempio ho trovato la classe del mio piccolo tappezzata di disegni di alberi di Natale sui quali tappi di plastica multicolori recuperati da bottiglie di acqua minerale, latte, aranciata, ecc. erano stati incollati a rappresentare le palline, mentre file di angioletti avevano le ali fatte di carta stagnola dei cioccolatini e i capelli di fiammiferi usati; un gigantesco babbo natale era rivestito con le bustine rosse delle merende fornite dalla scuola, un altro grande abete era costruito con i contenitori delle uova pitturati di verde e ovunque spiccavano altri incredibili capolavori in materiale povero, veri trionfi della fantasia.

2) Ma i bambini sono davvero così consumisti? Sarà che il mio frequenta un istituto pubblico nel quale la gara a mostrare il giocattolo più costoso o il vestito firmato non va decisamente di moda, ma fino ad oggi di regali se ne è parlato nella maniera più sensata. La parola d’ordine tra le mamme è una sola: due-tre regali non esagerati da mamma e papà e raccomandazioni a nonni e zii perchè nessuno superi il regalo a testa. Sarà una classe fortunata? Tutti i bambini che frequentiamo sono allegri, simpatici e con tanta voglia di giocare con semplicità: insomma bambini-bambini, non quei piccoli mostri materialisti che appaiono nelle pubblicità.

3) Che belle le strade illuminate! Quest’anno passeggiare per le vie dei negozi è per me veramente una festa. Saranno stati ancora una volta gli occhioni spalancati del piccolo a farmi guardare con gioia le vetrine che abbagliano con mille lampadine? Il fatto è che sia con lui che da sola mi sto divertendo moltissimo a studiare tutte le invenzioni dei negozianti, a riempirmi gli occhi della festa, sentendomi allegra e natalizia come non mai. E così, perdendo lo sguardo in tante cose belle, mi accorgo di rallentare il passo e di dimenticarmi la solita fretta, desiderosa solo di godermi lo spettacolo.

4) 8 dicembre con le amiche. L’8 dicembre l’ho passato con due amiche mamme e i loro piccoli barbari, degni compagni del mio mini-Conan. Ci siamo bardate con adeguati grembiuloni e tutti insieme, compresi i bambini, abbiamo impastato i biscotti natalizi allo zenzero con glassa bianca da appendere all’albero. Alla fine la cucina era un campo di battaglia, ma forse, in tempi natalizi, non mi ero mai sentita così felice e in famiglia.

5) Pregare? A Natale il 90% degli italiani, completamente indifferenti a qualsivoglia richiamo religioso per 364 gioni e mezzo l’anno, si scoprono ferventi cattolici e, dopo i bagordi della vigilia, rotolano in massa verso la messa di mezzanotte, sempre suggestiva con le chiese illuminate a festa e stracolme di gente. Pregare è difficile: da bambini si prega chiedendo che i propri desideri si realizzino, ma gli anni passano e a conti fatti ci si accorge che neanche la più insignificante delle nostre richieste è stata esaudita; a quel punto si lascia perdere e si decide che è il caso di rimboccarsi le maniche e darsi da fare con le proprie forze. Poi magari arriva un giorno in cui si comprende che forse l’unica preghiera che si può davvero rivolgere a Dio è quella di starci vicino e di darci la forza per affrontare la vita così come viene, a volte secondo i nostri desideri, spesso in modi del tutto imprevisti; e magari di tenerci una mano sulla testa e aiutarci a prendere le decisioni più giuste, a scegliere la strada migliore per noi e per gli altri. Quando si arriva a questo punto si scopre che pregare ci può infondere una grande forza e anche molta serenità. Il Natale cominciamo a sentirlo anche nel cuore e la nascita di Gesù torna a farci sperare in un futuro migliore, che noi dobbiamo costruire.

Insomma, forse non siamo condannati a subire il Natale del consumismo, della fretta e degli obblighi sociali, ma possiamo scegliere come vivere le nostre feste e magari scoprire che anche i nostri amici hanno voglia di fare lo stesso!


(11/12/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


  
  
 
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