HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
ARCHIVIO 

 
Pagina 1 di 1
BULLISMO: IL MOBBING DEI PICCOLI
Persecuzioni psicologiche, violenze fisiche, umiliazioni ad opera di adolescenti verso i loro coetanei. Gli ultimi episodi sono proprio di questi giorni, testimonianza che il bullismo sta assumendo dimensioni sempre più allarmanti.

Alessandra Profilio

Lecce: un ragazzo disabile di 17 anni viene obbligato da un gruppo di sette minorenni, tutti tra i 15 e i 16 anni, a denudarsi e masturbarsi in piazza mentre loro filmano la scena con il telefonino. In questi giorni la notizia sconcertante non giunge da sola: ad accompagnarla un altro episodio verificatosi in Liguria, vittima un ragazzino sulla cui schiena i compagni scrivono “gay” e disegnano una svastica.

Purtroppo non si tratta di prevaricazioni isolate, ma queste sono soltanto le ennesime di una lunga, troppo lunga, serie di simili vicende. Non è trascorso infatti neanche un mese da quando siamo venuti a conoscenza della violenza nei confronti di un ragazzo quattordicenne di origini marocchine: violenza ad opera di alcuni compagni di scuola che lo hanno picchiato con catene, pugni e calci.
Scene da brivido, testimonianza del dilagare del bullismo, un fenomeno sociale agghiacciante, che inquieta soprattutto per la “tenera” età dei suoi protagonisti perché a 14, 15 o a 16 anni si è soltanto poco più che bambini.

Sono gli anni dell’adolescenza quelli in cui inizi a fare il “grande”, a uscire la sera, ad andare in discoteca, a innamorarti… ma ancora sono vicini i tempi in cui guardavi i cartoni animati, facevi i capricci quando i genitori non ti compravano l’ennesimo giocattolo e piangevi quando ti “sbucciavi” le ginocchia.
A 15 anni non puoi avere dimenticato il bambino che sei stato fino ad un attimo prima, in fondo è ancora lì con te anche se con gli amici fai finta di essere forte e ti atteggi a uomo (o donna) vissuto e non vuoi farti vedere davanti a scuola con mamma e papà perché ti vergogni di esser considerato per questo un “bimbo”…

A 15 anni però c’è chi finge troppo, c’è chi pensa che far credere agli altri di essere forte voglia dire mettere da parte il cuore, il rispetto e qualsiasi forma di umanità…
A 15 anni qualcuno scambia l’affetto per debolezza, l’arroganza per forza, crede che essere violento e prepotente voglia dire essere “uomo”… forse perché non ha capito, o nessuno gli ha mai insegnato, che diventare un adulto vuol dire tutt’altro.
Un uomo non colpisce con le catene un altro uomo, non umilia un suo simile facendolo spogliare e masturbare in pubblico mentre lo osserva divertito.
C’è chi fa tutto questo, ma facendolo smette di essere un uomo.
Eppure questi bambini, perché tali sono a 14 o 15 anni, credono davvero che crescere voglia dire ferire il prossimo, soprattutto se più debole.

Avendo perso di vista il senso della realtà, nella fretta di crescere, i “bulli” pensano, assurdamente e in un delirio di pseudo-potenza, che perseguitando o violentando fisicamente o psicologicamente un ragazzino disabile mostrano agli altri di essere “forti”. Sono convinti di ottenere così il rispetto e la stima dei coetanei, e per far vedere al mondo le loro “gesta” si servono di strumenti che si ritrovano fra le mani forse troppo presto, come i cellulari e internet.

Paradossale e inquietante è il fatto che se nel 2007 da una parte si combatte qualsiasi forma di discriminazione e si incoraggia l’integrazione, dall’altra alcuni giovani diventano artefici di crudeli persecuzioni proprio nei confronti di chi, viene da dire fortunatamente, è considerato “diverso”.
Terribile constatare che esistono adolescenti che marchiano la pelle del compagno con la scritta “gay” e massacrano di botte un coetaneo soltanto perché marocchino.

Terribile sì, ma reale problema di oggi. E’ necessario prenderne coscienza e che a farlo siano prima di tutto i genitori, gli insegnanti, i formatori, gli educatori, affinché si comprenda la radice di un disagio troppo forte che sta dilagando e lasciando pesanti tracce indelebili negli “adulti” che verranno...


(30/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere

  
  
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo