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DIECI MOTIVI PER I QUALI AVERE UN FIGLIO VI RENDERA' FELICI
Guardando i genitori esausti alle prese con i propri figli si può essere colti dal terrore, ma non si immagina quanta felicità un bambino possa regalare. Ecco dieci semplici ragioni che ripagano mille volte qualunque sacrificio.

Laura Bonaventura

“Come sei bella, mamma...”: questa mattina, mentre uscivo in fretta e furia dalla doccia per lanciarmi nella solita corsa verso asilo, ufficio e via di seguito, sono stata bloccata dalla vocina tenera di mio figlio, che mi guardava rapito e accompagnava quest’affermazione, ben lontana dalla realtà, con un sospiro di amore allo stato puro. Sono rimasta così, colpita per la milionesima volta al cuore da questo esserino, grazie al quale da quasi quattro anni la mia vita si è riempita d’amore e di nuovi significati.

Se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che proprio io, visceralmente convinta di non voler mai e poi mai avere figli, mi sarei ritrovata a scrivere un articolo sulle indescrivibili gioie della maternità, non ci avrei creduto. Eppure oggi penso che non basterebbero dieci volumi per elencare gli infiniti modi che ha un figlio per farvi sentire semplicemente…felici.

Proverò a raccontarne dieci, lasciando a voi la possibilità di completare la lista con le mille altre idee che di certo vi verranno.

1) La sua esistenza. Se lui non fosse nato, non avrei mai saputo fino a che punto fosse possibile amare un altro essere umano. Un amore che spontaneamente spinge a mettere le esigenze di tuo figlio avanti alle tue in ogni momento della giornata, anche quando sei stanco; anche quando hai la febbre a 39; anche quando ti svegli di notte, fa freddo e vorresti startene rintanato al calduccio sotto le coperte, e invece ti alzi per controllare che il piccolo non si sia scoperto; anche quando hai una fame da lupo e prima di mangiare passi un’ora a imboccarlo senza fretta; anche quando vorresti fare tutt’altro e invece senti questa forza incredibilmente potente che ti manovra e ti guida istintivamente a prenderti cura di lui prima di ogni altra cosa. Un amore che ti fa sentire che per lui potresti dare la tua vita in qualunque momento.

2) Il suo sorriso. Cosa non farebbe un genitore per un sorriso di suo figlio? Il sorriso dei bambini illumina il cuore perché esprime allegria totale, la felicità completa concentrata in un istante. I bambini ridono con la bocca, con gli occhi, con la pancia, con tutto il corpo: quando sorridono puoi fare loro un’ortopanoramica. Per farli ridere così basta pochissimo: una voce buffa, una cosa messa al contrario, il latte della colazione che si è appena rovesciato per terra…Ma la felicità più grande si dipinge sul loro viso quando ci vedono tornare a casa, quando andiamo a prenderli a scuola, e allora davvero corriamo il rischio di liquefarci in un’enorme pozza zuccherata.

3) Guardarlo quando dorme. Potrei passare ore a guardare il mio piccolo che dorme. Quel faccino che spunta dalle coperte, la manine che stringono il coniglio Rodolfo, il respiro lievissimo e l’espressione di serenità perfetta. A volte invece si addormenta stringendo il mio braccio e tenendo la mia mano sotto il pancino, e io resto così, incantata, sentendomi letteralmente traboccante d’amore per quel cosino che ora vaga nel mondo dei sogni.

4) Consolarlo quando piange. Quando si ha un figlio si scopre di possedere insospettati poteri taumaturgici. Il pianto più disperato si interrompe prendendolo in braccio. Sonno, cadute, lividi, brutti sogni, mostri notturni nascosti negli armadi, ferite, mal di pancia, litigi con altri bambini: ogni sorta di male guarisce con la sola imposizione delle nostre mani, anzi con il semplice stringere il piccolo al nostro petto. Quando il colpo è stato particolarmente grave sono efficaci coadiuvanti le classiche formule magiche come “Passa passa bua…”, che completano il rituale curativo. Mentre lo stringiamo tra le braccia, così piccolo e indifeso, e sentiamo i suoi singhiozzi che si spengono con i nostri baci e le nostre carezze, ci invade una dolcezza mai provata, una tenerezza senza scampo.

5) Fare le cose con lui, tutto per la prima volta. Con un figlio rifacciamo ogni cosa per la prima volta e davvero ci emozioniamo anche noi, scoprendo che prendere un autobus è un’avventura, fare la spesa al mercato un divertimento, con tutta quella frutta e verdura colorata da scegliere, per non parlare dello zoo, dei palloncini che volano in cielo…perchè tutto è completamente nuovo ai suoi occhi. Domenica ho portato mio figlio al cinema per la prima volta e mi sentivo felice come se non avessi mai visto un film in tutta la mia vita. E non ha ancora visto la neve…

6) Scoprire il mondo con i suoi occhi. I bambini sono affascinati dai particolari minimi delle cose, dalle più banali alle più eccezionali. Stando con vostro figlio riscoprirete la forma degli oggetti domestici, i dettagli più incredibili del vostro quartiere, che forse non avevate mai guardato realmente, ogni aspetto della natura, dalle goccie di rugiada alle pozzanghere dopo il temporale. L’estate scorsa mio figlio ed io abbiamo aspettato per una settimana che sbocciasse una rosa, controllando ogni giorno l’espandersi del bocciolo...e che festa quando una mattina abbiamo trovato il fiore che splendeva al sole con tutti i suoi petali!

7) Vederlo crescere. Un figlio cresce sotto i nostri occhi e ogni sua piccola conquista riempie di gioia i genitori. Tutto avviene con gradualità, ma allo stesso tempo rapidamente, tanto che in un attimo ce lo troviamo davanti che gioca con i suoi amichetti, fa discorsi da grande, fa domande da grande, si interroga sulla vita e sulla morte, eppure ci sembra ieri che prendeva il latte al nostro seno, frugoletto morbido tra le nostre braccia. Vederlo crescere commuove ed incanta, ci fa desiderare di fare sempre di più per renderlo un adulto felice e sicuro di sé.

8) Sentire la sua voce. La voce dei bambini deve essere stata studiata per intenerire oltre ogni limite. A volte dall’ufficio chiamo mio figlio solo per sentire la sua vocina e poi gli faccio un mucchio di domande, perché non mi stancherei mai di ascoltarlo. Prima erano le paroline stentate a farmi sciogliere, ora sono i discorsetti strampalati, le storie strane e buffe che inventa, i racconti che si perdono e prendono altre strade, sempre divertenti. Quando poi sono arrabbiata e lo sento dire piano piano: “Scusa mamma…” non riesco a trattenermi, lo abbraccio e lo perdono in un istante.

9) Farsi le coccole. La mattina è il momento delle coccole. Prima a svegliarmi era l’odiata sveglia, ora è un pupazzetto piccolo e caldo che si intrufola nel mio letto e mi abbraccia con tenerezza e amore senza limiti. Poi si accoccola accanto a me e cominciamo a chiacchierare per scaldarci ancora un po’ sotto le coperte e rimandare di qualche minuto il momento di alzarci. Come descrivere tanta dolcezza? A volte durante il giorno viene da me, tende le braccine e dice: “Mamma, coccole!” e ce ne stiamo così, abbracciati e felici, finchè non decide che è il momento di tornare a giocare.

10) Imparare da lui. Se non avete un figlio non potete supporre gli infiniti usi che si possono fare di qualsiasi cosa. Guardando ogni oggetto per la prima volta, il bambino non né dà per scontato l’utilizzo e trova delle soluzioni spesso geniali, sempre assai più divertenti della pratica comune. Da mio figlio ho scoperto, io tanto precisina e metodica, che i pigiami si possono indossare mescolandone le parti, il sopra di uno e il sotto di un altro, con effetti cromatici assai riusciti; che una sera possiamo decidere di far diventare buono il terribile orco della favola, scoprendo quali nuovi e imprevedibili eventi scaturiranno da questa improvvisa redenzione; che quando si aprono le mele bisogna svegliare i semini, perché in realtà là dentro se la dormono beatamente; che non c’è limite alla fantasia, basta ricordarsi di utilizzarla.

I figli ci rendono felici, ma soprattutto ci fanno diventare persone migliori, più mature, più grate verso la vita. Forse la lezione maggiore che impariamo avendoli accanto è che non sono nostri: noi li abbiamo messi al mondo perché siano del mondo, perché la vita li prenda per mano e li porti con sé, liberi di scegliere la propria strada, autonomi nelle proprie decisioni, capaci di affrontare la felicità e la sofferenza con uguale coraggio, sempre con infinita voglia di scoprire qualcosa di nuovo.

Se davvero insegneremo loro, fin da bambini, a provare la soddisfazione di essere riusciti a fare da sé ogni volta che sia possibile, a desiderare di superare i propri limiti senza scoraggiarsi per i fallimenti che incontreranno provando e riprovando, convinti alla fine di riuscire; se faremo loro capire che si può fallire in una cosa e avere successo in un’altra, che per ogni problema c’è sempre una buona soluzione, basta cercarla; che, se una persona non ci ama, ce ne saranno molte altre che ci faranno scoprire la meraviglia dell’amicizia e dell’affetto, allora avremo davvero ricambiato la valanga di amore che i nostri figli riversano su di noi fin dal primo vagito.


(29/10/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


  
  
 
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