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IPNOSI
LE TRACCE INDELEBILI DELL'IO

Viviamo da secoli e per secoli vivremo attraverso il tempo e lo spazio rinnovandoci di continuo, senza memoria e ciechi di fronte all'eterno ritorno del tempo. Se per mezzo dell'ipnosi lo spirito cosciente fosse indotto al sonno e fosse al tempo stesso risvegliata la sua parte subcosciente, il problema sarebbe risolto, le carceri della mente spalancherebbero le loro porte e i prigionieri ritornerebbero alla luce del sole (John Griffith Chaney, scrittore).

Azzurra De Paola

L'ipnosi non è magia, non è placebo, non è illusione: è uno stato di concentrazione che tutti noi possiamo sperimentare ogni giorno; lo psichiatra americano Brian Weiss spiega che per raggiungere questo stato di sospensione mentale, distaccato dalle cose terrene eppure esserne addentro al punto da vederle tutte nel loro insieme - è sufficiente rilassarsi e concentrarsi in un ambiente che non ci induca alla distrazione: questo è uno stato di leggera ipnosi (basti pensare a quando, guidando in modo "meccanico", ci si ritrova sotto casa quasi senza aver guardato la strada ma pensando a tutt'altro.)

Uno degli obiettivi dell'ipnosi è trovare la chiave d'accesso al subconscio, una parte della nostra mente che sfugge alla nostra percezione più superficiale - come fosse la lastra di una macchina fotografica che imprigiona l'immagine e la conserva, immutata, finché qualcuno non vada a stamparla.
Il subconscio racchiude i nostri misteri, le nostre ossessioni, la follia e la creatività, uno scrigno, un vaso di Pandora dove ci siamo noi, la gente, i simboli, il mondo. Tutto l'universo, minuscolo, chiuso in una sfera al centro della mente conscia. Sulla lastra del subconscio noi incidiamo ogni ricordo, ogni emozione, ogni sospiro: lì c'è tutta la nostra vita, le nostre passioni, le nostre fobie e la chiave per giungere a queste non è una mente razionale - quella che ci guida attraverso questo mondo di prestazioni continue - bensì uno spazio in cui ci sia calma, lontano dalla frenesia di ciò che è fuori. Lo spazio vuoto dove far rimbalzare i nostri pensieri e ascoltarne l'eco che ci torna.

Thomas Edison considerava questa condizione preziosa al punto che cercò di rintracciare un tecnica (personalissima) per mantenere “tale stato di coscienza” mentre lavorava alle sue invenzioni. Seduto su una determinata poltrona, sperimentava tecniche di rilassamento e meditazione per raggiungere uno stato intermedio tra veglia e sonno; intanto teneva alcune sfere di metallo ben strette in una mano, appoggiata, con il palmo rivolto verso il basso, sul bracciolo della poltrona. Sul pavimento metteva un recipiente di metallo, collocato in una posizione tale che, se si fosse addormentato, rilassando le mani avrebbe fatto cadere le sfere e si sarebbe svegliato per il rumore. Questo stato ipnagogico è molto simile all'ipnosi, anzi, è addirittura più profondo di molti stati di ipnosi. Ascoltare una voce guida - perché in ipnosi questo e non altro è lo psicoterapeuta - aiuta il paziente a concentrarsi e gli consente di raggiungere un livello più profondo di rilassamento.

Lo stato ipnotico è reversibile e si può riemergere dalle profondità più buie di noi stessi quando lo si ritiene più opportuno poiché il soggetto, sotto ipnosi, ha il controllo di tutto ciò che accade, con l'unica differenza (rispetto alla quotidianità) che lo ignora. La terapia della regressione, in particolare, consiste nell'atto mentale di tornare ad un tempo passato per recuperare ricordi che possono esercitare influenze sulla vita presente dell'individuo e trovarne una soluzione qualora siano fonte di problemi insoluti: scendere dentro noi stessi per districare la matassa, per diventare consapevoli della vita senza vivere giorno dopo giorno quello che ci impone il tempo ed il suo scorrere incontrovertibile.

Secondo Freud, la compulsione ripetitiva è l'impulso, spesso irresistibile, a ripetere o riproporre esperienze emotive, di solito dolorose, già verificatesi in passato. Nel 1938, nei suoi Papers on Psycho-Analysis il famoso psicoanalista scozzese Ernest Jones definì la compulsione ripetitiva come "il cieco impulso a ripetere esperienze e situazioni precedenti, indipendentemente dal vantaggio che, così facendo, se ne potrebbe ricavare secondo il principio del piacere-dolore": la forza di volontà non ha alcun potere di controllo sulla compulsione. Freud scoprì che era efficace riportare alla superficie consapevole il trauma iniziale, risolverlo catarticamente (un processo che si definisce abreazione) e integrarlo con quanto il soggetto aveva vissuto e appreso.

La terapia della regressione ipnotica, praticata da un esperto, consiste nel porre il paziente sotto ipnosi e poi nel fornirgli gli strumenti necessari a riportare alla luce "l'incidente", che spesso si è verificato durante l'infanzia, quindi porvi rimedio. Ha del miracoloso: ricucire l'anima laddove è strappata...


(05/10/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere

  
  
 
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