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E alla fine cediamo. Dopo nove mesi di disturbi fisici devastanti (ingiustamente unilaterali!) stringiamo finalmente il nostro pargolo tra le braccia, convinti di essere ormai una coppia al di sopra di ogni critica. Ma ci sbagliamo, perchè non siamo ancora usciti dall’ospedale che già i nostri amati visitatori chiedono: “A quando il secondo? Non si può mica lasciare un bambino da solo!”. Chissà poi perché, dal momento che in genere il secondogenito deve essere pattugliato h24 dai genitori per evitare che finisca vittima di fratricidio… Comunque questo sarà il nostro nuovo tormentone. Possiamo scegliere di farci nuovamente condizionare oppure no, ma è necessario sapere che non finirà lì. Mia cognata, che ha quattro figli, mi giura che tutti quelli che la conoscono non fanno che domandarle: “E allora, il quinto quando arriva???”, quesito al quale lei è troppo ben educata per rispondere adeguatamente.

Ma cosa spinge le persone a pungolare con accanimento il prossimo affinché vada deliberatamente a cacciarsi in mare di guai? In verità mio figlio è stato concepito per caso mentre ero assolutamente convinta che non avrei mai ceduto alla smania riproduttiva planetaria, eppure all’istante e in modo del tutto inaspettato ho cominciato ad amarlo così immensamente che per lui darei la mia vita in qualsiasi momento; tuttavia quando mi sento ripetutamente incitare al secondo, sorrido e dico: “Sì, certo, prima o poi…”, ma dietro quel sorriso gentile e pudico sta silenziosamente esplodendo dentro di me una fragorosa risata, il cui commento di accompagnamento lascio alla vostra immaginazione.

In conclusione, per evitare di divenire vittime predestinate di tutti i benintenzionati di questo mondo, consiglio a tutte le coppie conviventi di fermarsi lì. Alt! Stop! Vivete felici, fate figli o non fatene, ma non fatevi influenzare da nessuno! Ascoltate i vostri sentimenti e seguite i loro dettami, rifiutando di cedere alle pressioni di una società che non ci vuole liberi di pensare e di agire, perchè inquadrati e ingabbiati per bene saremo più controllabili, più ricattabili. E la nostra infelicità le sembra un prezzo non eccessivo per il raggiungimento di questo fine.


E quando tutti vi chiederanno – perché ve lo chiederanno, statene certi –: “Ma quando vi sposate?”, date il via libera alla fantasia: “Ci siamo già sposati segretamente, ma non portiamo la fede”, “Vogliamo sposarci, ma i nostri genitori ci ostacolano!”, “Stiamo mettendo da parte i soldi per un matrimonio memorabile…”, e via di questo passo, ma pensateci bene prima di farlo davvero!


(30/07/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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