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VETRO: LA RISCOPERTA DI UN'ALTERNATIVA ECOLOGICA
Negli ultimi anni, vuoi per le incalzanti pressioni dei vari governi in materia ecologica, vuoi per la sua facile reperibilità e manualità, vuoi per la bellezza dell’effetto che produce, il vetro sta ritornando fortemente in auge. Troppo spesso sottovalutato o soggiogato da materiali considerati più nobili, il suo utilizzo affascina sempre più architetti sensibili alle problematiche ambientali.

Serena de Santis

Nel 1914 uno scrittore poco conosciuto di Danzica elaborò un volumetto interamente dedicato all’utilizzo del vetro nell’architettura moderna; Glasarchitektur, L’architettura di vetro. Il giovane Paul Scheerbart proponeva un pieno utilizzo di questo materiale nella costruzione di edifici, come alternativa ecologica e sociale al legno e ai mattoni, che a suo dire si deterioravano presto e non erano stilisticamente armoniosi con il paesaggio.

Esponente dell’avanguardia artistica in una Berlino effervescente, egli vedeva nel vetro un materiale puro e solare. Partendo dal principio che il vetro è nemico di ogni segreto, che attraverso di esso la luce del sole, delle stelle, della luna passano rilucendo e donando armonia, gioia e libertà, differentemente dai mattoni che escludono ogni contatto con l’esterno, creando ambienti freddi e bui, Scheerbart immaginava un mondo più libero e armonioso grazie alle nuove costruzioni che sarebbero state quasi interamente di vetro.

Sebbene un discorso del genere a livello assoluto era ed è rimasto un’utopia, fosse solo per la fragilità di questo materiale, negli ultimi anni in tutto il globo sta prendendo sempre più piede l’utilizzo del vetro nella costruzione di edifici e case. Ne sono un esempio la così detta Ring House, nella periferia di Tokyo, progettata dagli architetti Takei Nabeshima.

Un edificio semplicissimo ma in armonia e nel rispetto della natura, formato da anelli di vetro intervallati da altri in legno. Oltre a sfruttare al massimo la luce solare, questo edificio si mimetizza completamente con il landscape circostante, senza rovinarlo. La costruzione giapponese è solo un esempio.

Anche a Miami, in Florida, è in costruzione un edificio innovativo (vedi foto), pienamente in linea con le regole del Protocollo di Kyoto. Progettato dallo studio Oppenheim, il grattacelo prevede una struttura sottostante interamente formata da vetro, coperta da un’altra a maxi-oblò con la duplice funzione di riparo dal freddo e dal caldo. Inoltre le piastrelle che formano i pavimenti sono in bambù e vetro riciclato. Chicca da imitare senza esitazione, le pale eoliche poste in cima all’edificio che lo alimentano interamente. Ma fortunatamente anche in Italia progetti di questo tipo stanno iniziando a venire proposti. La futura sede dell’Aem, l’Azienda Energetica Municipalizzata di Cremona, è tra gli edifici a basso consumo, sia per il riscaldamento che per il raffreddamento, più ecologici mai progettati in Italia. Con una struttura cuneiforme coperta interamente da pannelli solari e vetro sfrutta maggiormente le risorse pulite, rielaborandole in energia positiva.

Il vetro sta quindi finalmente ritornando a rappresentare uno dei materiali più diffusi e versatili nell’edilizia moderna. Interi edifici o solo tetti, pareti, vetrate… le bellissime curtain walls, sono a testimonianza della rinascita di questo splendido materiale. Del tutto a vantaggio dell’ambiente, il vetro difatti non è solo bello ma è anche altamente ecologico ed economico. Oltre ad essere totalmente igienico, non contiene difatti sostanze tossiche ed è molto resistente al deterioramento, è inerte. Lentamente trasformato in silicati dall’ambiente, non lo contamina. Può venir riciclato completamente e il processo è pienamente ecologico. Inoltre riduce il consumo di energia e l’inquinamento dovuto ai fumi di combustione.

Ci si chiede allora, appurate le molteplici proprietà del vetro, perché sono sparite le tante campane di raccolta vetro (e solo vetro!) sparse per la città, sostituite da bidoni blu che oltre ad esso raccolgono anche ferro ed alluminio?? Una manovra per ridurre lo spazio occupato dai tanti bidoni, con il conseguente deposito di sacchetti per la strada?... ma questa è un’altra storia che però fa parte sempre della stessa nostra vita.

E allora sforziamoci a comprare meno e nel farlo privilegiamo il vetro… così forse il sogno dello scrittore-architetto, a suo tempo tedesco, potrà prendere forma.


(23/07/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Conoscere la terra che abiti è benessere

  
  
 
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