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La storia del progetto inizia nel 1997, quando Cile e Argentina firmarono un trattato liberatorio nei confronti della Barrick per operazioni di scavo sul confine e per l’acquisizione dei diritti sui materiali estratti. A questo accordo, ne seguì un altro nel 1999, che permetteva libero accesso alle compagnie estrattive nell’area interessata dal progetto Pascua Lama. Precisamente, il progetto prevede lo scavo di due enormi fori nei ghiacciai Toro 1, Toro 2 ed Esperanza, con spostamento del ghiaccio sul Guanaco. Uno dei fori servirà per l’estrazione, l’altro per i materiali di scarto, che ovviamente impregneranno i ghiacci e quindi inquineranno le acque ed il terreno per un tempo indefinito.

Nel 2001 il progetto è stato approvato senza che nessuno degli abitanti della Huasco Valley sapesse nulla in proposito. Il crollo del prezzo dell’oro ha bloccato l’inizio dei lavori fino al 2004, permettendo alla popolazione, sia cilena che argentina, di venire a conoscenza del fatto e di organizzarsi. È così sorto, tra gli altri, il Consiglio di Difesa della Valle del Huasco (Consejo de Defensa del Valle del Huasco), che conta anche tutti i 70.000 agricoltori della regione colpita. Si sono unite alla protesta associazioni ambientaliste e per i diritti umani, e diversi personaggi di rilievo tra cui Raúl Montenegro, biologo e Premio Nobel Alternativo 2004.

Visto che la Barrick ha deciso in corso d’opera di modificare il progetto e quindi avrebbe avuto bisogno di una nuova approvazione, l’ Anti Pascua Lama Project ha consegnato al Presidente del Cile una lettera firmata da 18.000 persone, in cui chiedeva l’abolizione del progetto. La manifestazione pacifica che ha accompagnato la consegna è stata soffocata dalla polizia.
Ignorando completamente le proteste provenienti da tutto il mondo, i Governi argentino e cileno hanno approvato definitivamente il progetto nel giugno del 2006. La Barrick ha ottenuto un permesso estrattivo della durata di circa 20 anni.

La Barrick Gold, quindi, ha giocato sporco sin dall’inizio, a partire dall’acquisizione illegale delle terre dei Diaguita e dall’espropriazione illecita di parte della Riserva della Biosfera di San Guillermo, avvenuta con un decreto eccezionale del governo cileno nel 1989 e resa nota solo 10 anni dopo, nel 1999. Sul sito internet della Barrick si legge, fra l’altro, che “il progetto ha avuto un forte appoggio da parte delle comunità locali” e che uno degli obiettivi della società è quello di “fornire una nuova spinta economica alle popolazioni coinvolte, diventando un esempio di sviluppo sostenibile”.

Infatti, nella loro onestà, hanno fatto firmare alle associazioni che rappresentano i coltivatori della zona un accordo per cui loro stessi si sarebbero presi carico dei danni derivati dall’inquinamento delle acque, ed in cambio avrebbero ottenuto finanziamenti per progetti locali, per un totale di 60 milioni di dollari.


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