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Semplice, no? Per un popolo così ignorante e così ostinato che sente ancora insopportabile quel rifiuto, una parola, un comunicato sarebbe bastato. Anche Rivera ne avrebbe tratto giovamento. Perché, invece, di andare ad abbracciare la pecorella smarrita, l’Osservatore Romano gli spara addosso? E perché, in questa bella democrazia, di tutto si può parlare tranne che del potere vaticano?

Tutti a chiedere scusa, autori del programma, sindacati, onorevoli… tutti a prendere le distanze, a dire che è stata una ragazzata, che Rivera ha fatto tutto da solo.

Gli altri invece, i cattolici istruiti, sono pronti a giurare che il bamboccio è stato politicamente strumentalizzato (da quei pericolosi comunisti anticlericali). Comunque Rivera ha già chiesto scusa, anche lui intimorito da se stesso e da quell’intervento minatorio, e sul suo sito si trova una breve nota in cui chiarisce che non pensava e non voleva suscitare una reazione tanto sproporzionata.

Devo però notare che ‘ignorantemente’ ha commesso un errore grammaticale: ha scritto ‘dell’esternazioni leggere’. L’apostrofo non ci andava. Certo non posso dire che Rivera è un asino e che dovrebbe smettere di prendere in mano la penna. Tutto si può correggere, sempre si può imparare. Oppure lui, dal canto suo, potrebbe appellarsi alla licenza poetica. Anche per questa triste storia del suo intervento in piazza. Gli converrebbe sostenere, come quel personaggio di Edoardo ne ‘Le voci di dentro’ che non era vero niente, che sembrava reale e invece se l’era soltanto sognato.


(03/05/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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