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La Convenzione propone che venga riconosciuto il diritto di proprietà della terra ai popoli tribali, e che vengano consultati ogniqualvolta si intenda dare inizio ad un progetto di sviluppo, o debba essere varata una legge, che riguardi la loro persona o le loro terre. La 169 garantisce il riconoscimento delle loro tradizioni culturali, il loro diritto a mantenere le loro terre inalterate, ed è quindi uno strumento di fondamentale importanza.

La Dichiarazione dei popoli indigeni dell’ONU, bloccata tempo fa con l’opposizione di USA, Canada, Australia, Gran Bretagna e alcuni stati africani (solo per citarne alcuni), avrebbe in un certo modo già arginato il problema ma, trattandosi solo di una Dichiarazione, non avrebbe reso possibile sanzionare i governi che l’avessero ignorata.

La Convenzione ILO 169, invece, è vincolante per chi la ratifica e quindi la sua importanza diventa ancora maggiore. Attualmente, la ILO 169 è stata ratificata da 18 paesi, soprattutto sudamericani, ma comprendenti anche le europee Danimarca, Olanda, Spagna e Norvegia. Nessun altro dei paesi definiti “più industrializzati” l’ha ancora ratificata.

La Convenzione infatti non verrebbe applicata solo nei paesi in cui risiedono i popoli tribali, ma farebbe sì che un governo, prima di prendere parte ad un progetto “di sviluppo” in un altro paese, debba considerare le clausole imposte dalla Convenzione. Per questo molti paesi “occidentali” non si impegnano a firmare il patto. Sarebbero fuori da molti progetti internazionali “di sviluppo”, come la costruzione di dighe o di grandi arterie per i trasporti, che spesso passano nei terreni dei popoli tribali (visto che hanno poche possibilità di difendersi giuridicamente), costringendoli all’esodo.

La Spagna è stata l’ultima nazione europea ad approvare la Convenzione, anche grazie alle numerosissime lettere che i sostenitori spagnoli di Survival hanno scritto al proprio governo (che si è dimostrato fra l’latro sensibile anche ai diritti delle Grandi Scimmie con l’approvazione del Great Ape Project esattamente un anno fa). Ora tocca all’Italia approvare la Convenzione, quindi è il momento di darsi da fare e scrivere numerosissime lettere di incitamento ai nostri parlamentari.

Da un rappresentante del popolo Guaranì del Sud America: “Forse questa è l'ultima volta che possiamo ribellarci come tribù e far sentire la nostra voce”.


Per partecipare alla campagna ed inviare delle lettere (in formato cartaceo sono molto più efficaci), potete collegarvi al sito http://survival-international.org



(20/04/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Conoscere la terra che abiti è benessere

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