Riecco l’ora legale e la spiacevole sensazione di aver perso un’ora preziosa delle nostre giornate super indaffarate. Si tratta di una percezione che naturalmente svanirà in breve, ma intanto viviamo un paio di giorni “sfasati”. E se potessimo scegliere a quale ora della giornata rinunciare?
Immaginate che meraviglia. Arriva l’ora legale e con un taglio netto ecco tagliata via proprio l’ora che maggiormente detestiamo.
Ma qual è l’ora peggiore della giornata? I risultati di un mini sondaggio condotto fra trenta amici e conoscenti hanno rivelato una sorprendente coincidenza nelle risposte. Ecco quindi l’hit parade delle ore odiose, in ordine di votazione:
1) l’ora del risveglio, considerata dalla maggioranza degli intervistati la più drammatica della giornata, in quanto si è costretti ad abbandonare il comodo giaciglio e ad entrare nella cruda realtà;
2) l’ora passata imbottigliati nel traffico o schiacciati come sardine sui mezzi pubblici per arrivare al lavoro;
3) il dopo pranzo, quando si vorrebbe dormire e non si può, trovandosi in ufficio;
4) l’ora di metà pomeriggio, in genere tra le quattro e le cinque, in cui si vorrebbe piantare il lavoro e uscire, ma il tempo sembra dilatarsi a dismisura e quotidianamente sorge il dubbio che l’orologio si sia fermato;
5) l’ora del ritorno dal lavoro, per gli stessi motivi dell’equivalente ora della mattina, comprese le maggiori attese per i bus;
6) quella tra le sette e le otto di sera, considerata un’”ora scema”, nella quale non si sa bene cosa fare;
7) l’ora di mettere a letto i bambini: cena, bagnetto, pigiamino, favola, minacce, inseguimenti e “insomma, te lo dico per l’ultima volta, a nanna!”;
E tre voci fuori dal coro, che indicano:
8) “qualsiasi ora in cui non posso fare quello che voglio” (praticamente senza speranza);
9) “qualsiasi ora che utilizzo male” (la voce della saggezza);
10) “amo la vita, non detesto nessuna ora!” (beato lui!).
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