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Camminare nella Blanca significa ricoprirsi di terra fine, simile a sabbia, significa scendere ed addentrarsi in profondi solchi che entrano violentemente nella Terra. Ma significa anche salire sui tanti castelli friabili, per riposarsi sulla loro cima e ammirare un paesaggio quasi lunare che al tramonto diviene di un rosa-arancio da far girare la testa per la bellezza. La quarta zona, non meno brulla, è la zona Negra. Così chiamata forse per la presenza di una base americana? Si perché ben 2.244 ettari di territorio meraviglioso ospitano oramai dal lontano 1951 una base Nato, dove oltre alle esercitazioni militari si realizzano pratiche di bombardamento. Pensare che dal 7 novembre del 2000 l’UNESCO ha dichiarato Las Bardenas Reales Riserva Naturale della Biosfera! Ma purtroppo sembra che non si sia più capaci di godere appieno delle meraviglie semplici che la nostra Madre Terra ci ha donato, senza lo zampino umano.

Per la sua vastità e desolazione questo territorio negli anni passati fu prediletto da banditi di ogni tipo, i quali assaltavano i viaggiatori derubandoli. Per proteggere il confine con l’Aragona e impedire la diffusione del Banditismo, furono costruite piccole fortificazioni provviste di torri di avvistamento. Erano edifici molto semplici e modesti, composti da una torre principale e da un piccolo recinto a muraglia lungo il quale potevano esserci altre piccole torrette. Iniziarono a venir costruite al tempo di Sancho el Fuerte, all’inizio del XIII secolo. Il bandito più famoso e ancor’oggi ricordato fu Sanchicorrota, il quale fu rispettato e addirittura considerato da molti il re assoluto de Las Bardenas. Tanto era astuto e temuto che il re Juan II, intorno al 1492, organizzò un esercito di ben 200 cavalieri per catturarlo.

Oggi le fortificazioni sono solo dei cumuli di rovine, modificate dagli agenti atmosferici. L’unica meglio conservata è il Castillo de Peñaflor nella Bardenas Blanca, chiamata anche Castillo de Doña Blanca de Navarra. A questa fortezza è legata una curiosa leggenda che riporta al tema della proprietà territoriale. Si narra che questo castello-fortezza era di proprietà del Re di Navarra, padre di Doña Blanca di Navarra. Quando il Re si vide rifiutare da parte della figlia la proposta di matrimonio fattale dal Principe di Aragona, perché non innamorata, andò su tutte le furie. Decise quindi di rinchiuderla a pane ed acqua nella torre del Castello. Tutte le notti un pastore del comune di Valtierra le portava pane e latte. Quando il castigo imposto dal Re fu giunto al termine, la principessa, finalmente libera, decise di donare come segno di ringraziamento tutte le terre che circondavano il castello al comune di Valtierra. Per questo motivo le rovine si trovano sotto questo municipio, sebbene non siano proprio lì vicino.

Las Bardenas è un luogo dal forte impatto visivo. E’ un luogo speciale, frequentato da poche persone. Non ci sono uffici turistici, non ci sono tour, non ci sono banchetti e non ci sono ristoranti tipici che ricordino i banditi o i re. Tutto è così come la Natura lo ha creato e come lo trasforma con il passare del tempo. E’ un posto magico, dove passeggiare in completa armonia con la Terra e se stessi. Peccato solamente per la base militare, che ci riporta sulla Terra, ricordandoci che l’opera umana è sempre in agguato.


(22/03/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Viaggiare con i 5 sensi è benessere

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