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PARLARE, SPARLARE. 10 TIPI DA EVITARE PER UNA CONVERSAZIONE PIACEVOLE
Un noto aforisma dice che “chi ci parla degli altri è pettegolo, chi ci parla di sé è noioso, chi ci parla di noi è un conversatore brillante.” In verità è molto raro incontrare persone capaci di offrirci una conversazione piacevole. Ecco dieci tipi di conversatori decisamente nocivi, in grado di suscitarci veri istinti omicidi. La buona notizia? Conversare con un amico è uno dei più grandi piaceri della vita!

Laura Bonaventura

Qual è la principale caratteristica dei grandi seduttori, degli uomini e delle donne dal fascino irresistibile, di chi è simpatico a tutti? Semplicemente la capacità di far sentire l’interlocutore al centro dell’attenzione, dimostrando di ammirarlo e di approvare quanto sta dicendo.

Il segreto della conquista del consenso in tutti i campi è proprio nel saper dosare questa manifestazione di partecipazione, esprimendola al massimo in alcuni momenti e negandola in altri, dimostrando che non è frutto di interesse personale (anche quando in realtà lo è) ed ostentando una grande sicurezza in se stessi.

Insomma, chi è capace di far parlare gli altri e di ascoltare davvero, senza giudicare; di fare poche domande, ma centrando gli interessi e gli argomenti che stanno più a cuore a chi ha di fronte; e soprattutto lo fa non per debolezza di carattere, ma per scelta, avrà di certo un gran numero di amici, ammiratori e sostenitori.

Ma se parlare è facile e ascoltare è difficile, comunicare davvero è assai raro. Pochi sono capaci di attuare la cosiddetta “comunicazione empatica”, ossia riuscire a porsi sulla stessa lunghezza d’onda dell’interlocutore e immedesimarsi nel suo punto di vista, per comprendere a fondo le sue ragioni, senza però dimenticare le proprie e riuscendo ad esprimere chiaramente pensieri e sentimenti.

La maggior parte delle persone che incontriamo quotidianamente si dimostra nella conversazione completamente “autistica”, con atteggiamenti che ci suscitano stati d’animo che vanno dalla noia all’irritazione profonda, all’esasperazione, fino agli istinti omicidi o al desiderio di fuggire il più rapidamente possibile e far perdere per sempre le nostre tracce.


  
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