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PROPOSTE PER UN ESODO ALTERNATIVO. LASCIARE L'ITALIA?
Tra raccomandazioni, burocrazia e sovraffollamento l’Italia sta cominciando ad andarci stretta. E se la lasciassimo agli extracomunitari per trasferirci in massa in qualche nazione più civile e meglio organizzata? Valutiamo i pro e i contro di questo esodo alternativo.

Laura Bonaventura

Vuoi cambiare lavoro? Ti serve una raccomandazione. Vuoi che un tuo manoscritto venga letto da qualche casa editrice? Se non lo presenta qualcuno non lo faranno mai. Vorresti che almeno ti venisse offerta la chance di un colloquio? I colloqui per i posti decenti sono tutti pilotati. Vuoi cambiare casa? Impossibile, i costi dell’affitto sono troppo elevati. Vuoi dar vita ad un’impresa? Preparati ad una trafila burocratica senza fine e probabilmente a dover elargire qualche mazzetta. Almeno vorresti andarti a riposare in un posto tranquillo, lontano da tutti? Di rifugi così non ce ne sono più: abbiamo una densità di popolazione per metro quadrato semplicemente mostruosa e i posticini tranquilli sono ormai invasi da famigliole urlanti con tavolino da pic-nic e barbecue annesso.

Uffa!!! L’Italia sta cominciando ad andarci stretta. Perché non la lasciamo agli extracomunitari e non ci trasferiamo in massa in qualche paese più civilizzato e meno popolato? Dove potremmo andare a chiedere asilo politico?

1)Svezia: confidando nell’inarrestabile innalzamento della temperatura dovuto all’effetto serra, potremmo sperare di sopravvivere abbastanza confortevolmente. A parte il fatto di non vedere il sole per sei mesi all’anno, la Svezia è davvero un paradiso terrestre. Pochi milioni di abitanti in un territorio vastissimo; natura incontaminata, sistema politico-economico super efficiente e il miglior walfare europeo. Come la prenderebbero gli svedesi a vederci sbarcare a milioni chiedendo asilo politico? Potremmo proporci come animatori e organizzatori di feste per ravvivare il tono un po’ deprimente della vita locale. La gestione della cosa pubblica, però, ci converrebbe lasciarla a loro. Il problema principale potrebbe rivelarsi quello della lingua. Avete presente quelle parole lunghissime fatte tutte di consonanti che si vedono sui libretti di istruzioni multilingue degli elettrodomestici? Probabilmente moriremmo tutti di fame prima di riuscire a spiegare di cosa abbiamo bisogno. E poi, sì, vorremmo veramente mangiare salmone, aringhe affumicate e polpette dell’Ikea a pranzo, cena e colazione?

2)Svizzera: la Svizzera offre vantaggi simili alla Svezia. I paesaggi montani sono incantevoli, tutto funziona alla perfezione, lo stato sociale garantisce servizi eccellenti e non sussiste nemmeno l’ostacolo del cibo: formaggi e cioccolata sono di prima qualità e qualcosa potremmo sempre farcela inviare sottobanco dall’Italia, anche se forse lì ormai si mangerebbe solo couscous e kebab. A parte l’eventualità di qualche bomba atomica nei paesi confinanti, potremmo anche confidare su una pace duratura. Cosa chiedere di meglio? Per farci accettare potremmo offrirci quali ideatori di trucchi per favorire l’esportazione di capitali da tutto il mondo verso le banche locali. Di certo ne hanno già escogitati parecchi, ma, dati i nostri precedenti, probabilmente sapremmo fare di meglio. Il problema qui sono le dimensioni: anche eliminando tutti i veri svizzeri – operazione un po’ complessa da portare a termine – staremmo comunque troppo stretti. Peccato.


  
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