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IL PIACERE DELL'ONESTA'
ORA PER POCHI, MAGARI PER TUTTI...

Essere onesti non è facile, eppure quella che potrebbe apparire una forma di altruismo è in realtà la più alta forma di egoismo e di ricerca del proprio interesse, perché l’onestà prevede la reciprocità nel rispetto delle regole. Non è così in Italia, dove l’onesto è diventato un eroe solitario, capace di andare controcorrente e di agire come se questo fosse il mondo ideale che desidera.

Laura Bonaventura

Diciamoci la verità: essere onesti non è un piacere, anzi costa una fatica terribile. Così come essere beneducati nei confronti del prossimo. E’ invece molto piacevole quando sono gli altri ad essere onesti e gentili nei nostri confronti. A pensarci bene, questo secondo comportamento ci sembra doveroso e biasimiamo chi agisce diversamente, mentre sul nostro personale impegno siamo assai più indulgenti, anzi ci sentiamo addirittura “buoni” se prendiamo in considerazione anche le esigenze altrui.

Onestà e buona educazione - quest’ultima intesa non come mera galanteria, bensì come forma di rispetto - sono ancora più difficili da mettere in pratica quando la maggior parte delle persone le ignora, dandoci la spiacevole sensazione di essere gli unici a rispettare le regole. Quando tutti si comportano male, non adeguarsi fa sentire addirittura stupidi.

Vivere secondo un codice etico che metta in secondo piano l’interesse individuale a favore della collettività sembra a prima vista andare contro il radicatissimo istinto umano a mettere se stessi avanti a tutto, ricercando la soddisfazione immediata dei propri desideri con il minimo sforzo.

Eppure l’Italia di oggi ci sta mostrando quali siano gli esiti ultimi del lasciare libero sfogo a tale istinto primario: maleducazione e disonestà generalizzate, servizi pubblici scadenti, sistema politico clientelare, mercificazione dei “favori”, economia allo sfascio, assenza di meritocrazia, abbassamento del tenore di vita, allargamento della forbice sociale che separa i ricchi dai poveri.

La vera democrazia è l’unico sistema politico che garantisca un benessere diffuso e l’attuale tendenza alla scomparsa della classe media dimostra come nel nostro Paese sia stata fraintesa la caratteristica primaria di questo sistema politico, che non è la libertà di ciascuno di agire secondo la propria volontà, bensì l’obbligo di tutti, senza alcuna esclusione, a rispettare le regole comuni sancite dai rappresentanti eletti liberamente dal popolo.
L’individualismo esasperato sta conducendo il nostro Paese verso la rovina, proprio perché tale atteggiamento mentale si ritorce contro chi lo adotta.

E’ proprio vero che pensare prima di tutto a se stessi significa calpestare i diritti altrui, non avere alcun rispetto per la proprietà comune e cercare in tutti i modi di “fregare” il prossimo per il proprio tornaconto?
Ad un livello superiore di consapevolezza, si comprende che il rispetto delle regole non è un atto di altruismo, bensì la più alta forma di egoismo e di ricerca del proprio interesse. L’uomo è parte di una società e il piccolo sacrificio personale viene restituito centuplicato da un sistema politico ed economico funzionante, in cui tutti diano il proprio contributo per il benessere comune.


  
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