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IL VIBURNO: L’AMICO RITROVATO
Nome scientifico: Viburnum
Nome comune: Viburno
Famiglia: Caprifoliaceae
Esposizione: Sole, Semi ombra
Aspetto: Arbusto, Alberello
Origine: Asia, Europa, Nord America

Pietro Bruni

Quante volte capita di rivalutare una persona! Averla sempre considerata superficiale o acida o vattelapesca e poi un giorno venire spiazzati da un suo guizzo inaspettato e gradito. Un gesto, una frase o un sorriso che capovolge radicalmente il nostro modo di vederla. Bè, a me è capitato con una pianta. Per la precisione con un genere di piante, quello dei viburni. Davvero li odiavo. Li avrei dati alle fiamme tutti. Appena ne incontravo uno, con quell’aria strafottente e falsa, l’avrei estirpato volentieri, fatto a pezzetti e usato per arrostire le castagne in autunno. Il fatto è che proprio non sopportavo la sua forma tozza, il suo verde smorto, le sue foglie inutilmente coriacee, il suo aspetto polveroso, funereo e sciatto.

Insomma, saturo e pago del mio odio per i viburni, un giorno di qualche anno fa mentre me ne giravo, studente gaudente, in moto per Milano mi si parò davanti un gruppo di strane ortensie. Tanto belle che mi scomodai a balzare giù dal sellino per esaminarle più da vicino. Ma che bellezza! Chissà qual è il loro nome!? Sono sicuro di averle già viste. Ok, goodbye, rimonto in moto e me ne torno a girare sconclusionato nell’aria leggera di quell’azzurro giorno di giugno. Non c’entra, ma adesso che è inverno, buio pesto alle cinque e mezza, pensare a quel giugno lontano pieno di sole mi viene un struggimento diabolico: chissà perché? Vabè torniamo a quel pomeriggio, una volta a casa, scopro sui miei potenti libroni che non si trattava di Ortensie ma bensì di Viburnum opulus.

Proprio loro: i miei maledettissimi viburni! Questa scoperta equivalse per me al gesto di cui parlavo: della persona mal vista che da quel dì, improvvisamente, vedi sotto un'altra luce, ne giustifichi le mancanze e ne esalti i pregi. Bastò scoprire quest’ incantevole membro della famiglia per iniziare ad apprezzare anche i parenti più rozzi.

That’s amore! Piano, piano iniziai ad amare anche i miei nemici più acerrimi, quelli che per primi avrei seppellito sotto terra: i famigerati viburni sempreverdi. Mamma mia quanto li odiavo! Oramai , lo ammetto, sto iniziando a stimare anche il Viburnum davidii: un infame nano, ornato di foglie di rara bruttezza, ma addobbato in autunno di bellissime bacche blu.

Ad ogni modo i viburni sono molto diffusi in Italia. Il genere comprende moltissime specie che possono essere molto diverse tra loro. Si va dalle specie decidue alle sempreverdi, dall’arbusto strisciante all’albero, da quella con fiori profumatissimi ad un'altra con bellissime bacche autunnali.
Quest’abbondanza di specie (senza contare le varietà e gli ibridi ne esistono più di 170) fa di questa pianta una delle più versatili e di più facile utilizzo in giardino: siepe, arbusto isolato o in gruppi, tappezzante ecc. L’origine del viburno è veramente cosmopolita: è presente in tutto l’emisfero boreale. In Italia abbiamo tre specie indigene: il V.lantana, il V. opulus e il V. tinus.

Veniamo ai giardini. Quello che oramai penso dei viburni è che il loro valore estetico sia molto legato all’abilità del progettista: se usati con accortezza e grazia sono magnifici, se vengono utilizzati in modo sciatto, giusto perchè si ha poca fantasia o perché si vuole riempire degli spazi dove non si sa che altro mettere… ecco, in questo caso sono guai e poveri voi: come per magia i vostri viburni si trasformeranno nelle creature dall’aria più macabra e decadente che si possano immaginare e vi trasmetteranno un mal di vivere che Leopardi e Montale (quando spesso lo ha incontrato) neanche se lo sognavano.

COME SI COLTIVA
E’ un genere di facilissima coltivazione. Amano la semi ombra e il terreno fertile.


(02/11/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura delle proprie piante è benessere

  
  
 
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