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VUOTARE IL SACCO O NO? MEGLIO RIVELARE SCOMODE VERITA' O ...
Vuotare il sacco o tenere per noi opinioni che di certo non sarebbero gradite all’interlocutore? Si potrebbero portare motivazioni validissime tanto a favore quanto contro la sincerità liberatoria, ma forse la cosa migliore da fare è lasciarsi guidare dall’istinto.

Laura Bonaventura

Chi ha visto “Notte prima degli esami”, il divertente film con Giorgio Faletti nei panni del prof. Martinelli, detto anche “la carogna”, ricorderà quali temibili conseguenze deriveranno all’incauto studente che l’ultimo giorno di scuola decide di vuotare il sacco, riversando sul Martinelli ogni sorta di insulti, immediatamente prima di scoprire che proprio “la carogna” sarebbe stata il membro interno per gli esami di maturità.
O un altro film esilarante, “Bugiardo, bugiardo”, nel quale Jim Carrey, avvocato all’apice di un successo umano e professionale interamente costruito sulle menzogne e le false lusinghe dispensate a chiunque, si trova costretto, per una sorta di incantesimo, a dire la verità per 24 ore. Durante questo giorno interminabile, contro la sua volontà, il protagonista dirà sempre le parole contrarie a quelle che aveva in mente di pronunciare, trovandosi rapidamente in una situazione disastrosa.

Insomma, la scenata liberatoria conviene o no?

Gli spiriti più controllati e razionali sono portati a reprimere l’espressione cruda e diretta dei pensieri e a ripiegare su discorsi pacati e ricchi di buon senso, in cui le verità più scomode diventano accettabili, quasi gradite al destinatario, perché accompagnate da sapienti riconoscimenti dei suoi meriti, dall’ammissione di analoghe colpe anche in se stessi, in un complesso lavoro oratorio che alla fine appare equanime e condivisibile.
I vantaggi di questo metodo? Una gran quantità di solide relazioni sociali, nonché la possibilità di dire quello che si pensa senza risultare offensivi.
Gli svantaggi? La perdita di spontaneità e, con il tempo, persino la difficoltà ad entrare in contatto con il proprio più intimo sentire, sopraffatto da un mare di cautele. Nel peggiore dei casi, l’ulcera.

All’estremo opposto ci sono gli impulsivi, quelli il cui cervello è collegato alla bocca da un filo diretto. Esternano senza pensare tutto quello che passa loro per la testa, senza curarsi delle reazioni che tali simpatiche rivelazioni possono provocare nell’interlocutore. Loro, affermano con orgoglio, mentre il mondo circostante crolla a pezzi, “sono sinceri” . Consumati distruttori di amicizie – nessuno resiste a lungo a tanta sincerità -, si ritengono spesso vittime della cattiveria altrui, ma, convinti di incarnare la virtù, vivono felici e vanno alla ricerca di nuove compagnie da disintegrare. Il detto “Ne uccide più la lingua che la spada” è stato probabilmente creato pensando a soggetti di questo tipo.

Qual è la top ten dei personaggi che maggiormente ci costringono a morderci la lingua, contare fino a dieci, fare esercizi di meditazione yoga prima di parlare?


  
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