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ALLA SCOPERTA DELL'EMOZIONANTE MAURITIUS
Mare caraibico, spiagge bianche, momenti di poesia e incontri con persone la cui parola d'ordine è gioia...

Janet De Nardis

Andare lontano e conoscere posti nuovi, culture diverse, profumi e sapori sconosciuti.
Questi sono i desideri di molte persone che oggi vivono la monotonia del quotidiano. Nonostante ciò, nella scelta tra le mete di viaggio c’è da considerare l’immancabile necessità di riposarsi e recuperare in pochi giorni le energie necessarie per riprendere al meglio il proprio posto nella giungla di una società che chiede di essere sempre al massimo della propria forma.

In quest’ottica, per chi come noi vive in paesi in cui l’inverno è lungo e freddo (anche se quest’anno non sembra un vero e proprio inverno) si visitano con interesse isole in cui a dicembre e gennaio si possono trovare un sole caldo e splendente e un mare cristallino, ma dove in più è possibile conoscere un mondo nuovo con persone che praticano altre religioni e si nutrono di cibi differenti dai nostri.
Per un viaggio con queste caratteristiche non si può evitare di pensare ad un a meta come l'isola Mauritius. Questo è un luogo ricco di fascino, in cui la popolazione comprende tre etnie: indiani, creoli e asiatici e dove il mare è uno tra i più belli al mondo con la sua varietà di fondali ricchi di coralli e pesci particolari come il Pesce Pagliaccio.

Quando si pensa a isole come questa, ci si aspetta di trovare immense spiagge bianche, palme e alberghi cinque stelle con tutte le comodità. Mauritius è tutto ciò e molto, molto di più.
La gentilezza della popolazione, i sorrisi amichevoli, la squisita accoglienza e la tranquillità che la poesia dei loro sguardi trasmette, vi conquisterà. Assistendo ad un piccolo concerto di una band locale all’interno di un albergo sulla costa orientale, sono stata colpita dalla pacatezza con cui i musicisti si muovevano sul palco. I ritmi di molte canzoni erano sfrenati e nella nostra Italia qualunque bassista o batterista si sarebbe dimenato come un cavallo impazzito, mentre tra i musicisti di quel palco regnava la più totale calma. Per un attimo ho pensato che fossero persone in qualche modo fredde, distanti che non si lasciavano coinvolgere ed emozionare neanche dalla propria arte, ma poi, osservando i loro immensi e dolcissimi sorrisi, ho capito: è un modo diverso di percepire il mondo. Si tratta di un approccio alla vita tranquillo, sereno e senza paure. Ripensandoci ora, credo sarebbe bello sentirsi parte della vita come loro, senza inseguirla come facciamo spesso noi.

La capacità di unire culture, religioni ed etnie diverse porta ad interrogarsi sulla storia di quest’isola che, con sorpresa, si scopre essere un luogo dal percorso intricatissimo. Originariamente disabitata, visitata nel X secolo da marinai arabi, fu ufficialmente scoperta solo nel 1505 dai navigatori portoghesi, ma la vera colonizzazione avviene qualche tempo dopo ad opera degli olandesi a cui seguirono i francesi che la colonizzarono nel 1715 e lo cedettero un secolo dopo, con il trattato di Parigi, agli inglesi, i quali abolirono la schiavitù. La storia di questo puntino in mezzo all’Oceano Indiano, non finisce qui, perché la sua indipendenza è stata proclamata solo nel 1968 ed è divenuto una repubblica 24 anni dopo.

Con una superficie di 1.865 Km quadrati (di cui 330 di costa), comprende foreste tropicali, un vasto altopiano centrale, fiumi e cascate ed ha un clima invidiabile con i suoi 27-28 gradi di media tutto l’anno. Questa temperatura permette a Mauritius di basare la propria economia essenzialmente sul turismo, sul settore dei servizi, sull’esportazione dello zucchero, oltre che sull’industria tessile.

Per chi sta preparando le valigie è importante sapere che la lingua principale (oltre il creolo parlato dai locali) è il francese, ma molti riescono a farsi capire anche in inglese. Il fuso orario è di tre ore in più rispetto all’ora legale e la moneta è la rupia mauriziana.


  
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