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UN'OMBRA FUGGITIVA DI PIACERE
COSTANTINOS KAVAFIS

Raccolte in un unico volume, con testo originale a fronte, le poesie greche di Kavafis ri-create in italiano da Guido Ceronetti.

Gianluca Traini

Ogni traduzione è un tradimento, ripete un vecchio adagio, ma ci sono tradimenti e tradimenti. Ci sono i tradimenti che mirano a restituire i testi tradotti più nella loro esattezza filologica che nella loro bellezza poetica, e quelli che invece tendono a ricreare quegli stessi testi nella lingua in cui vengono tradotti, finendo così inevitabilmente per prendersi molte libertà rispetto alla versione originale da cui erano partiti. Di questo secondo tipo di tradimenti fanno parte, per ammissione dello stesso traduttore che li compie, le versioni delle poesie di Kavafis presenti nella breve raccolta Un ombra fuggitiva di piacere, uscita ad aprile di quest'anno nella Piccola Biblioteca dell'Adelphi.

E non poteva essere altrimenti, visto l'"ingombrante" traduttore di cui stiamo parlando, lo scrittore Guido Ceronetti. Basta infatti confrontare la versione che Ceronetti dà di una famosa poesia di Kavafis, da lui intitolata in italiano Immutato spazio, con quelle realizzate dal filologo Filippo Pontani per la Mondadori e dal poeta Nelo Risi, in collaborazione con Margherita Dalmati, per l'Einaudi, per rendersi conto di tutta la differenza che passa tra l'opera dello scrittore torinese e quelle di chi lo ha preceduto. Di seguito riportiamo le tre diverse traduzioni:

-versione di Pontani:

Nello stesso posto
Casa, ritrovi, mio quartiere: ambiente ch'io vedo, e dove giro: anni dopo anni.
Io t'ho creato nella gioia e nei dolori:con tanti eventi e tante, tante cose.
E tutto sentimento ti sei fatto, per me.

-versione di Risi e Dalmati:

Sullo stesso luogo
Aria di casa, di centro, di quartiere
per anni e anni, ovunque io giri.
Ti ho creato nella gioia e nel pianto:
tanti sono i fatti, tanti gli eventi
che sei diventato tutto sentimento, per me.

-versione di Ceronetti:

Immutato spazio
Casa e dintorni: i caffè, il quartiere
Anno per anno giro là, li vedo
Ne sono io il Demiurgo:
Tra gioia e pena
Ho creato quei casi, quegli oggetti
E per me tutto questo è diventato
Anima

Tralasciando le differenze metriche evidenti tra le tre versioni e la scelta diversa per ognuna nella traduzione del titolo, nella poesia ri-creata da Ceronetti lo scarto più forte rispetto alle altre due si avverte nel terzo verso, quando lo scrittore torinese utilizza un termine impegnativo come "Demiurgo", che sembra inserire una distanza tra chi scrive e i luoghi di cui sta parlando. Questa presa di distanza è però soltanto fittizia. Infatti, mentre nella versione di Pontani e in quella di Risi- Dalmati chi scrive si rivolge direttamente al quartiere ( "Io t'ho creato nella gioia e nei dolori"; "Ti ho creato nella gioia e nel pianto") per concludere che per lui si è fatto "tutto sentimento", stessa espressione presente in entrambi, in quella di Ceronetti il Demiurgo che sta scrivendo pare rivolgersi a un terzo, finendo così paradossalmente per rinforzare il sentimento che lui prova per i luoghi di cui discorre, appropriandosene con una parola così carica di risonanze, e non a caso a sé nell'ultimo verso, come "Anima", al cui confronto il "tutto sentimento" delle altre due versioni si rivela, per chi legge, quasi smorto.

Questo breve confronto fa capire quanto in poesia la traduzione giochi un ruolo fondamentale, soprattutto con poeti epigrammatici come Kavafis, che concentrano in pochi versi il senso di tutto ciò che vogliono dire.

Un Ombra fuggitiva di piacere è quindi, sì un libro del grande poeta greco in cui sono presenti 37 sue poesie tradotte con il testo a fronte, ma anche un libro in cui la personalità di Ceronetti è talmente in vista da dare l'impressione di leggere in italiano un poeta che forse non è Kavafis e neanche Ceronetti, ma un singolare incrocio tra i due.



(16/04/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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