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ANNO NUOVO, AGENDA NUOVA
E’ POSSIBILE FARNE A MENO?

Ogni anno apriamo la nuova agenda con un brivido di piacere pensando a tutte le novità che ci attendono. In verità vi compariranno soprattutto i doveri, quindi impegnamoci a non farcene travolgere e a dare la massima importanza a tutto quello che nell'agenda non compare mai: divertimento, amore, emozioni.

Laura Bonaventura

E’ possibile sopravvivere senza agenda? Per me la risposta è: assolutamente no. Senza agenda potrei dimenticare di andare a lavorare e passare la giornata a bighellonare per la città; in breve mi taglierebbero gas, luce e telefono – dimenticherei di pagare le bollette -; mi arresterebbero per guida senza assicurazione e bollo - avrei scordato i rinnovi – e di certo mancherei un appuntamento su due. In pratica, la rovina completa.

L’agenda, per me e per molti, è una compagna di viaggio indispensabile, alla quale si è legati da un rapporto di amore-odio, perché in verità gli impegni che si appuntano sono proprio quelli che si preferirebbe dimenticare. Chi potrebbe non ricordare un invito a cena del proprio innamorato/a? Chi dimentica le cose che ama fare? Praticamente non si pensa ad altro!

Protagoniste dell’agenda sono invece le beghe, la burocrazia, il pesante tributo che paghiamo all’arretratezza informatica del nostro Paese, che ci costringe a lunghe e ripetute file agli sportelli comunali, postali, bancari, ecc. per operazioni che potrebbero essere svolte con estrema semplicità via Internet; e poi ancora visite mediche, impegni di lavoro, appuntamenti da avvocati e commercialisti, reclami, rate della scuola dei figli, liste della spesa, bollini blu e scadenze di ogni genere.

L’agenda dice moltissimo della personalità del suo possessore. Ci sono i caotici – o creativi, in genere le due cose coincidono -, fanatici del tipo Organizer, agende divise in mille sezioni che sfidano chiunque a ricordare dove si possa aver scritto una certa informazione; di solito chi le sceglie vi scarabocchia sopra frasi incomprensibili a chiunque altro, le riempie di fogli che poi dimentica di gettare finché non si avvicinano all’esplosione, vi fa convivere in completa promiscuità sogni, fantasie, scontrini della lavanderia, poesie, note della spesa e appuntamenti di lavoro, e tuttavia si trova perfettamente a proprio agio in quella sorta di caos controllato che lo strumento consente.

Ci sono quelli che usano l’agenda senza alcun particolare trasporto, supporto asettico per impegni asettici: per lo più scelgono un’agenda giornaliera dalla copertina nera o marrone, formato libro, la tengono in ufficio o in casa a seconda dell’impegno prevalente, la aprono senza cura, le rivolgono sguardi distratti, mentre le pagine, spesso spiegazzate, mostrano cancellature e disegni geometrici fatti al telefono; sono persone che nella vita non si pongono particolari problemi, non ci pensano troppo su.

Poi vengono gli esteti, che cercano la bellezza in ogni particolare della vita: le donne sono sempre truccate, gli uomini palestrati, entrambi vestono alla moda, eleganti al lavoro e finto casual nel tempo libero, camminano come fossero in passerella e la loro esistenza è curata in ogni dettaglio, dalla casa all’auto, dalla borsa all’agenda; quest’ultima, anch’essa ultimo grido, può essere del tipo artistico per le donne, con quadri e opere di pittori, spesso impressionisti, o in pelle, comunque rifinita, piacevole da vedere, da toccare, da sfoggiare.

Tra gli alternativi e i ribelli dal sessantotto, al settantasette, alla pantera vanno alla grande Smemoranda e simili, agende impegnate politicamente, ecologiche, portatrici di un messaggio superiore alla banalità della vita quotidiana per la quale sono state create.


  
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