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ESISTE ANCORA IL BELLO DEL NATALE?
Troppo affanno, troppo stress nella corsa al regalo più bello e, a volte, impossibile. Riflessioni su un Natale diverso e possibilmente gioioso...

Laura Bonaventura

Le quotazioni del Natale sono in ribasso. Sui giornali si parla di stress da regali e da preparativi forzati, di mangiate foriere di chili di troppo, dei problemi dei bambini con genitori separati, degli anziani soli e, in generale, di tutti quelli ai quali il solo pensiero di chiudersi in casa a cucinare per i parenti scatena ansia e attacchi di panico.

Gli stati d’animo legati al Natale variano nel corso della vita: da bambini lo si ama e lo si aspetta con trepidazione; da adolescenti si comincia a considerarlo una seccatura, un po’ per lo snobismo tipico dell’età, un po’ perché si è ormai consapevoli delle tensioni che animano le riunioni familiari e non si vede l’ora di crescere per poterle sfuggire; da ragazzi torna a piacerci, almeno quando lo si passa con il fidanzato/a; da adulti diviene un peso perché la preparazione della festa - la casa, gli addobbi, i regali, gli inviti, la cucina – questa volta tocca a noi; impegni che vanno a sommarsi a quelli di sempre, creano un sovraccarico tale da generare stress e nervosismo invece di piacere e divertimento.

Non rientrano poi tra i fans del Natale i single, le coppie litigiose, quelli che non stanno bene o hanno perso una persona cara, quelli che non si possono permettere i regali della pubblicità, quelli che non hanno una torma di parenti con i quali festeggiare: tutti costoro si sentono esclusi da un’immaginaria felicità generale e fanno il conto alla rovescia nell’attesa del 7 gennaio, ritorno alla vita normale.

E lo spirito natalizio? A ricordarlo sembra esserci ormai solo il Papa e i pochi veri credenti rimasti, se per festeggiare Gesù Bambino, che venne al mondo povero in una stalla per parlare d’amore, fratellanza universale e per sacrificarsi per il genere umano, noi ci dedichiamo allo shopping sfrenato e ad abbuffate pantagrueliche, inviando magari qualche euro in Africa tramite conto corrente per mettere a posto la coscienza.

Ma allora esiste ancora il bello del Natale? Il Natale torna ad essere bellissimo se si ha il coraggio di fare solo quello che si desidera, rifiutando costrizioni e obblighi sociali. L’essenziale è rivolgere l’attenzione ai sentimenti, distogliendola dagli oggetti. Abbandonare il buonismo falso e retorico, tipico del periodo natalizio e inculcatoci fin dall’infanzia, permette di sentire le proprie emozioni più sincere, positive o negative che siano, accettarle e comportarsi di conseguenza, senza finzioni.

All’inizio è un po’ dura. Nell’avvisare parenti, colleghi e amici che non si desidera fare e ricevere regali si ha l’impressione di commettere un orrendo sacrilegio. Ma una volta fatto, che sollievo! I regali, riservati a poche persone, acquistano un senso speciale e sceglierli rende felici.

Per quanto riguarda i festeggiamenti, ognuno ha i suoi gusti. C’è chi ha tempo e voglia di organizzare una mega festa, addobbare l’albero secondo tutti i crismi, costruire un presepe da mille statuine e cucinare una cena da dieci portate: se questo rende felici, via libera ai preparativi. Ma se non ci sono le condizioni né la pazienza, può essere altrettanto gradevole inserire la spina di un mini albero a fibre ottiche, acquistare una capanna preconfezionata, cucinare piatti rapidi e affidarsi all’industria dolciaria. L’importante è compiere questi gesti con il cuore, divertendosi.


  
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