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IL “CONTO ENERGIA”. INCENTIVAZIONE AL FOTOVOLTAICO
Considerazioni sopra la bozza del decreto per il nuovo programma di incentivazione dell'energia da fonte fotovoltaica.

Giacomo Filippo Porzio

Lo scorso 12 ottobre, il Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio, ha emanato una bozza del decreto per il nuovo programma di incentivazione dell’energia da fonte fotovoltaica in “Conto Energia”, che presenta diverse novità rispetto alla precedente versione. Cerchiamo di vedere brevemente le novità più interessanti e gli aspetti più particolari.

Uno tra i primi aspetti che risalta maggiormente è lo snellimento delle procedure burocratiche di accesso alle tariffe incentivanti: non sarà più necessario infatti presentare un progetto preliminare alla realizzazione di un impianto, bensì il soggetto interessato dovrà inoltrare la domanda solo dopo aver terminato i lavori, mentre il progetto servirà solo come notifica al GSE (ex GRTN), ed il gestore della rete entro sessanta giorni sarà tenuto a comunicare la tariffa riconosciuta.

Rispetto alla versione precedente, poi, è stato tolto il tetto annuale di potenza incentivabile, sostituito da un valore massimo della potenza oltre il quale si rende necessaria la revisione delle misure d’incentivazione, in altre parole ogni volta che si installeranno un tot di MW di potenza le tariffe saranno riviste alla luce dei prezzi del mercato dell’energia; l’entità dell’incentivazione andrà poi parzialmente a diminuire con gli anni, anche se presumibilmente una volta riconosciuta una tariffa questa resterà costante per 20 anni.

Viene poi introdotta una differenziazione nell’importo delle tariffe, a seconda del livello di integrazione architettonica dell’impianto negli edifici, suddiviso in: impianto con moduli ubicati al suolo, impianto non integrato, impianto parzialmente integrato, impianto con integrazione architettonica; quanto migliore sarà la realizzazione, e cioè quanto più un impianto sarà integrato in un edificio (risultando così anche più gradevole alla vista) tanto più alto sarà il compenso per la spesa effettuata.

Novità assoluta costituirebbe l’istituzione di un premio per gli impianti abbinati ad un uso frequente dell’energia, per il cui calcolo però non sono ancora state ben chiarite le modalità, per tutti gli impianti fino a 3 kW, se realizzati da privati, o fino a 20 kW se realizzati da soggetti pubblici o condomini.

Resterebbe fermo l’obbligo della cessione dell’energia prodotta in rete qualora la dimensione dell’impianto superasse i 20 kW, non sarebbe cioè consentito ai grandi impianti di avvalersi della disciplina dello scambio sul posto, complicata ma per certi versi vantaggiosa, e questo ha costituito argomento di critica da parte di molti; altre critiche sono poi mosse verso il fatto che non sembra indicata nessuna differenziazione delle tariffe al variare della taglia dell’impianto, e sarebbe del tutto auspicabile che il decreto definitivo tenesse conto dei differenti tempi necessari alla realizzazione di impianti parzialmente o completamente integrati, specialmente nell’imposizione dei vincoli temporali per il compimento dei lavori.

Nel complesso il decreto esprimerebbe quindi la volontà di allinearsi sempre più alle politiche europee (e nella fattispecie al modello tedesco), approvando le domande a piè della realizzazione dell’impianto battendo dunque su un punto dolente dell’imprenditoria italiana, quello dell’iniziativa in condizioni che presentano un rischio imprenditoriale, seppure minimo: bisogna solo auspicarsi che l’effetto che questo provvedimento sortirà nella sua versione definitiva, attesa forse addirittura entro Natale, sia davvero quello di ravvivare il mercato dell’industria e delle installazioni fotovoltaiche e non piuttosto quello di orientare i privati verso fonti di investimento ritenute più sicure, anche se forse non del tutto a buon diritto.


(12/12/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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