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DAL PUB AL RISTORANTE: E' COSI' CHE SI DIVENTA GRANDI?
In Florida è di moda un locale che si chiama B.E.D., che al posto dei tavolini ha dei bei lettoni comodi su cui sdraiarsi...in fondo nulla di nuovo per i "romani"...

Laura Bonaventura

Giorni fa ho letto che a Miami Beach, Florida, sta spopolando un locale chiamato B.E.D. , acronimo di Beverage, Entertainment and Dining, frequentato assiduamente da vip e star dello spettacolo. Ogni sera davanti al BED una lunga fila di persone attende di poter mangiare e bere, a lume di candela, adagiata sui letti giganti che nel locale hanno sostituito tavoli e sedie.

Ma l’Italia non è da meno. La fioritura di locali dalle atmosfere incantate ed esotiche è continua e se fino a qualche anno fa la fantasia dei gestori si sbizzarriva principalmente nell’invenzione di nomi ad effetto - tratti da libri, canzoni, filastrocche o comunque divertenti -, oggi la creatività degli architetti consente di trascorrere le proprie serate negli ambienti più diversi - dal bosco delle fate alla prua di una nave, dai colori del sudamerica ai paesaggi orientali -, ma sempre curati nei particolari per dar vita a contesti morbidi e raffinati.

Avete notato come i gusti in fatto di divertimento serale si trasformino nel tempo in modo quasi impercettibile, così che ci si ritrova dal pub – ritrovo preferito dai diciotto ai trent’anni - al ristorante, luogo d’elezione dai trentacinque in su, praticamente senza accorgersene?
La fase di transizione dall’uno all’altro va in genere dai ventisette ai trentatrè, età intermedia in cui si può passare inosservati in entrambi i generi di locali. Al ristorante sotto i ventisei l’effetto “pulci che hanno la tosse” è abbastanza scontato, al pub sopra i 35 si rischia di essere silenziosamente compatiti dai “giovani” presenti.

Negli anni in cui il pub è praticamente la propria seconda casa – non perché si sia degli alcolisti, ma per la quantità di amici che si frequentano quasi tutte le sere – l’idea di diventare troppo “grandi” per bivaccare con un boccale di birra in mano sembra assolutamente intollerabile. Dopo i trentacinque, quando si arriva alla sera disfatti da lavoro e bambini, l’unica cosa che si desidera è accomodarsi in un ristorantino tranquillo, farsi servire e riverire, e soprattutto…non dover cucinare!

L’importante è non perdere con gli anni lo spirito giusto per divertirsi e passare il tempo piacevolmente in compagnia. Se al pub è ben difficile trovare un tavolo dal quale non si levino alte risate o non si respiri atmosfera di complicità amicale o amorosa, al ristorante è molto frequente il triste spettacolo di coppie annoiate che mangiano in silenzio, guardano in direzioni diverse e hanno l’aria decisamente stufa e arrabbiata. “Ma perché non restano a casa? - penso ogni volta che ne vedo una – risparmierebbero un bel po’ e magari potrebbero vedere un bel film in tv!”

Il B.E.D. di Miami sarà un pub o un ristorante? Dalle foto pubblicate a corredo dell’articolo sembra un po’ tutte e due le cose: vi compaiono lettoni sui quali bevono allegramente intere comitive di ragazzi accovacciati uno accanto all’altro con dieci centimetri quadrati di spazio a testa ed altri sui quali cenano, mollemente abbandonate, coppie più stagionate, nel perfetto stile dell’antica Roma e dei suoi ricchi abitanti intenti a piluccare uva sul triclinio (in fondo gli ideatori del locale non hanno inventato un granché…).

A quanto pare dunque si tratta di un locale adatto a tutte le età: non resta che volare fino in Florida per sperimentarlo.

Personalmente ho solo un timore: dopo una “giornata tipo” alle prese con il mio bimbo di tre anni ho idea che, appena distesa sul morbido bed oversize del locale più trendy del momento,…crollerei addormentata ancora prima di fare l’ordinazione!


(18/10/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


  
  
 
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