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EMERGENZA CLIMA. SECONDA PARTE
Continua la conversazione con il Prof. Tim Flannery sull’emergenza clima. Problemi e soluzioni di una situazione che va affinata ora.

Francesca Giomo

D Quali sono i gas serra più dannosi e da dove provengono?
R Sicuramente il gas serra più pericoloso di tutti è l’anidride carbonica. Prodotta dalla combustione dei combustibili fossili. Si ottiene, per esempio, quando bruciamo petrolio o quando utilizziamo elettricità prodotta bruciando carbone o quando bruciamo il gas naturale. In tutte queste situazioni emaniamo nell’aria enormi quantità di anidride carbonica. E’ sorprendente vedere la quantità di CO2 liberata nell’aria da queste attività. Fate conto che il carbone è quasi carbonio allo stato puro. Per cui quando si brucia un atomo di carbonio si combina con diversi atomi di ossigeno, dando vita a grosse molecole. Se si brucia una tonnellata di carbonio, ecco che si dà origine a 3,7 tonnellate di Anidride carbonica. Quindi partendo da una piccolo atomo, si è arrivati a enormi quantità di molecole di anidride carbonica.

Il secondo gas serra più pericoloso è il metano. Il metano è la componente principale del gas naturale. Fortunatamente la quantità di metano che sono state liberate nell’atmosfera nell’ultimo decennio non sono cresciute in cifre esorbitanti e questo perché paradossalmente il riscaldamento del globo ha prosciugato degli acquitrini in cui viene prodotto il metano.

D Non ci sono ancora normative che vietano il proliferare delle centrali a carbone o che intervenga a limitarne i danni? Quante ce ne sono al momento in Italia?
R Non so di preciso i numeri relativi all’Italia. Ma so per certo che il numero di queste centrali negli ultimi anni è cresciuto. Questo perché negli anni 80 l’Italia ha preso una decisione molto importante. Infatti, tentando di eliminare tute le centrali nucleari, non ha pensato di introdurre altre fonti di energia rinnovabile. In tal senso non è stata lungimirante, da un lato, infatti ha bandito il nucleare, dall’altra non ha creato risorse energetiche alternative al carbone. Questo l’ha fatta ripiombare nella dipendenza dal carbone, che acquista peraltro a prezzi altissimi. E’ stata una mossa incomprensibile, infatti, con il clima che ha l’Italia potrebbe utilizzare tranquillamente energia solare. L’Italia dovrebbe completamente ripensare il suo sistema di produzione di elettricità, le migliori soluzioni sono i pannelli solari (Solar Hot Water), l’energia eolica, idroelettrica, e magari l’energia nucleare.

Facendo due passi per Milano sono rimasto colpito dalla quantità di negozi con scarpe e vestiti bellissimi, e guardando i prezzi mi sono reso conto che un paio di scarpe particolarmente care hanno lo stesso prezzo di un sistema di riscaldamento dell’acqua a fonte solare (Solar Hot Water). Sarebbe bellissimo se i nuovi status symbol per le persone non fossero più un paio di belle scarpe, ma avere un sistema di riscaldamento sostenibile; che per le nuove generazioni i nuovi status symbol fossero qualcosa che fa bene al pianeta invece di distruggerlo…


D Quanto tempo ci mettono i gas serra a dissolversi nell’aria?

R Il 56% di tutti i gas serra che abbiamo prodotto ad esempio stamattina facendoci la doccia, il caffé ecc rimarrà nell’atmosfera per almeno un secolo. E durante questo secolo tali gas non avranno fatto altro che riscaldare la superficie e quindi determinare una serie di problemi non solo per noi, ma anche per i nostri figli. Ecco io non voglio lasciare questo tipo di eredità ai nostri figli, ma vorrei lasciare loro un mondo pulito.

D Se da oggi in poi ci mettessimo veramente a rispettare i limiti, entro quanto riusciremmo a marginare il problema inquinamento e mutamento del clima e a risolverlo?
R Non è facile rispondere a questa domanda. Il sistema, infatti, è complesso. In linea di massima ci vorrà più o meno un secolo per stabilizzare nuovamente l’atmosfera.

D Nel suo libro ha intitolato un capitolo Le porte del tempo. Cosa intende con questo termine?
R Indico porte del tempo i momenti in cui i sistemi climatici del nostro pianeta iniziano a riorganizzarsi. Per fare un esempio, pensiamo a quando appoggiamo il dito sull’interruttore della luce e che, cominciando a premere, non succede nulla, finché all’improvviso, facendo clic, si accende la luce. Così avviene anche per la porta del tempo: il riscaldamento aumenta a poco a poco, creando pressione, ma senza grandi effetti visibili, fino a quando a un certo punto la situazione climatica cambia drasticamente. Purtroppo delle porte del tempo ci si accorge solo in maniera retrospettiva, in quanto il clima è molto variabile e si ha bisogno di molto tempo per capire se alcuni anni prima c’è stata o meno una porta del tempo. Personalmente credo che tra un paio di anni guarderemo - purtroppo - al 2005 come a una di queste porte. In quanto è nel 2005 che si sono verificate enormi trasformazioni a livello della calotta polare artica. C’è stata, inoltre, una stagione degli uragani estremamente forte, con picchi che mai si erano visti a livello globale (vedi Katrina). Il fatto è che questi cambiamenti sono comunque relativamente piccoli confronto ai cambianti cui assisteremo quando la calotta polare artica si sarà sciolta del tutto. Allora sì che vedremo trasformazioni ben peggiori.

D E’ possibile sapere tra quanto potrà avvenire lo scioglimento della calotta polare artica se non facciamo nulla?
R Purtroppo in questo senso la previsione non è difficile: le stime ci fanno valutare che lo scioglimento totale della calotta polare artica nel periodo estivo avverrà nell’arco di 5 /15 anni. In tal senso scomparirà la copertura di giaccio della Groenlandia e questo farà innalzare il livello dei mari di 6/7 metri.


  
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