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SUMMER’S GONE
OVVERO LA BRUTALE RIVALSA DEL TERRAZZO

Tornare dalle vacanze. Approcciarsi faticosamente al nuovo anno lavorativo. E scoprire che nel nostro terrazzo è cresciuta una foresta tropicale assassina...

Pietro Bruni

Ecco qua, ci risiamo, anche questa volta l’estate sta chiudendo i battenti. La città fino a ieri mezza vuota torna ad affollarsi e il monotono traffico ricomincia a intasare le vie. La gente in questo periodo non è contenta: è irritata per le vacanze finite ed è stressata dal lavoro che riattacca, tanto stress viene saggiamente sfogato urlando dentro a telefonini o al volante, appena la situazione si fa propizia, insultando selvaggiamente il prossimo… e invece i terrazzi cittadini come stanno?

Loro, al contrario, sono felici. Finalmente il terrazzo torna a essere amato ed accudito, dopo un mese di abbandono in balia di un diabolico impianto d’irrigazione mal tarato che lo inzuppava di notte e gli faceva soffrire la siccità durante il giorno. Non che i terrazzi nel frattempo non si siano vendicati con il loro padrone, reo di averli abbandonati con crudele disinvoltura alla fine di luglio. Ah se si sono vendicati.

Ecco il padrone di casa arrivare carico tipo mulo tibetano di valigie, dopo un viaggio spaventoso, il 28 agosto supponiamo, di suo già fornito del sopradetto umore pestifero, ecco apre la porta del terrazzo e…tac… sorpresa, ecco le mani sudare, ecco la salivazione azzerare, ecco le gambe smollare: il terrazzo è sparito!!! Al suo posto una inestricabile massa verde. Cosa è successo?

Per capirlo dobbiamo tornare indietro di un mese. Il terrazzo appena accortosi della sparizione di quel traditore del suo padrone piange un po’, poi però si fa forza e già ai primi di luglio inizia a intraprendere la crudele strategia che nei libri di fitosociologia dei soggetti vegetali a rischio è detta “della foresta vergine”, questa tattica prevede l’accrescimento spasmodico, contemporaneo e incontrollato di tutta la biomassa presente nel terrazzo (scarraffoni, lumache, e insetti vari compresi).

Verso il 10 del mese siamo al livello 1, scientificamente detto “aiuola cittadina mal curata”, a ferragosto siamo al 2 “giardino brianzolo di villetta disabitata”, il 22 si arriva al terzo livello “foresta atlantica tropicale”, il 28 la trasformazione è completa “foresta vergine equatoriale”. A questo punto ogni pianta ha perso la sua forma originale: il glicine ha afferrato e piegato al suo volere ogni oggetto o altra pianta nel raggio di 15 metri, il caprifoglio ha formato una massa informe e impenetrabile di 30 chili, l’albicocco ha cercato di entrare dalla finestra con un nuovo ramo, la pyracantha ha ucciso un piccione con le sue famose spine e dappertutto sono cresciute erbacce alte fino a un metro e mezzo che ispirano una malinconia struggente.

Dunque la vendetta è compiuta, e a noi, per espiare la colpa, non resta che impugnare le cesoie e darci dentro: iniziare un doloroso corpo a corpo con fronde spinute, rami assassini e ruvidi intrichi di verzura malvagia. Eh sì, settembre è un mese di grande lavoro in terrazzo e in giardino, ma se avrete pazienza e non vi farete innervosire da qualche graffio da parte della rosa, o da una o due spine della pyracantha profondamente conficcate nel cuoio capelluto, dopo la fatica potrete godervi le ultime serate tiepide prima che l’inverno renda il vostro terrazzo una desolante landa ghiacciata.

Prometto, da settimana prossima l’Orto botanico rientrerà nei suoi normali ranghi e ricomincerà le sue allegre monografie sulle piante, però a questo punto, anomalia per anomalia, il lettore mi permetta di segnalare una mostra mercato. Per chi si trovi a Milano l’ultimo week-end di settembre, consiglio di recarsi in Piazza San Marco dove si svolgerà come ogni anno l’intima e ben curata Floralia. Questo è il link per avere più informazioni: http://www.mangiarebene.com/floralia.html.

Se venite, prima di tutto avrete l’inperdibile opportunità di vedere il sottoscritto dietro a un banchettino a dar consigli spassionati e gratuiti su piante e terrazzi. E se questa possibilità vi apparisse tutt’altro che inperdibile e anzi vi inducesse sgarbatamente a pensare “ma chissenefrega di vedere ‘sto fesso che sproloquia dietro a un tavolo” , allora, caro lettore, vieni per la tua passione bruciante, la stessa ardente passione che ti induce a leggere questa rubrica, la passione per le piante.


(30/08/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura delle proprie piante è benessere

  
  
 
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