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IL MIO SOGNO PROIBITO? IL NAVIGATORE SATELLITARE
In un’epoca di falsi bisogni creati a getto continuo dalla pubblicità, ciascuno di noi si trova talvolta a rigirarsi nel letto in preda al desiderio spasmodico di qualche oggetto, senza il quale la vita sembra in quel momento assolutamente insopportabile...

Laura Bonaventura

Il mio sogno proibito di questi tempi è il navigatore satellitare. Dopo quest’estate, mi rifiuto di partire per qualsiasi altra vacanza senza possederne l’ultimo modello, potentissimo e infallibile. Se guidasse anche la macchina sarebbe assolutamente perfetto.

Non so chi ne sia l’inventore, ma se, come si dice, la necessità aguzza l’ingegno, dovrebbe senz’altro essere una donna. Se non lo è, credo che tutte le donne del mondo dovrebbero unirsi per conferire a questo genio un’onorificenza degna dei più alti meriti.
E’ ormai un luogo comune il fatto che le donne non sappiano leggere le carte stradali e che gli uomini si rifiutino sistematicamente di chiedere indicazioni ai passanti, quasi ciò rappresentasse un attentato alla loro virilità. Credo di potermi senz’altro definire la principale testimone della veridicità di questa trita constatazione, nonché dei litigi e dei musi lunghi ai quali le coppie vittime della sindrome da smarrimento vanno inevitabilmente incontro.

Mio marito è senz’altro il campione mondiale di perdita della strada. Da quando lo conosco, è riuscito ad imboccare il percorso esatto al primo tentativo solo per recarsi a pranzo a casa di sua madre. Non so quanto di freudiano ci sia in questo fenomeno, ma di certo non sono ancora riuscita ad abituarmi a un simile disorientamento.
Mi sembra necessario specificare che la mia dolce metà dimostra notevole ingegno negli altri campi dell’esistenza, eppure ogni volta che prendiamo la macchina, si tratti di spostamenti cittadini, gite domenicali o viaggi di lunga percorrenza, so già che impiegheremo il doppio del tempo effettivamente necessario.

Quest’estate l’ennesima conferma: in partenza per la Puglia, ha sbagliato tre volte strada per raggiungere il raccordo anulare, ha impiegato più di due ore per trovare il centro storico di Andria (no, non di Londra) ed è riuscito a prendere ogni sera una strada diversa per compiere i dieci chilometri che separavano il paesino della nostra villeggiatura dal mare. Inutile dire che nessuna era quella giusta e che spesso ci siamo ritrovati, senza sapere come, sulle statali in direzione di Brindisi, Bari o Lecce alla disperata ricerca di una via d’uscita.

Nei quattro anni del nostro matrimonio, in quanto granitico rappresentante del “sesso forte”, non ha mai acconsentito a farmi guidare, né ovviamente a chiedere informazioni stradali ai passanti (“So arrivarci da solo!” è il suo motto), mentre il nostro vano girovagare è sempre stato accompagnato da una litania di imprecazioni contro la lacunosità della segnaletica, l’astrusità del sistema stradale italiano, gli errori di progettazione delle rotatorie, la carenza di ponti per l’inversione di marcia e chi più ne ha più ne metta. Di fronte ad un bivio chiaro come la luce del sole, sovrastato da due enormi cartelli indicanti le rispettive direzioni, la strada vuota davanti a noi, improvvisamente una forza potentissima spinge mio marito ad imboccare quella sbagliata. Perché? Forse potrei tentare con un esorcista.

Se pochi possono raggiungere simili vette di virtuosismo, sono certa che moltissime mogliettine e fidanzate riconosceranno i propri partner nella ben più frequente “ricerca della scorciatoia”. Le scorciatoie di mio marito: a) si perdono per strade di campagna dissestate e ricoperte di enormi pietre, dove regolarmente buchiamo la marmitta o la coppa dell’olio; b) si inerpicano per sentieri di montagna sui quali il bambino dà di stomaco tutto il pasto precedente; c) precipitano per discese con pendenza del 50%, dove bruciamo i freni; d) ci immettono in ingorghi mostruosi dai quali è praticamente impossibile uscire; e) in tutti i casi comportano un aumento dei tempi di viaggio da due a otto ore.

E’ capitato anche a voi? Cari lettori uomini, non vogliatemene, ma avete proprio la coscienza a posto? In ogni caso, a salvare fidanzamenti e matrimoni – a partire dal mio - dal naufragio, la tecnologia ha creato il navigatore satellitare. Non è meraviglioso?

Mi hanno detto che è perfino possibile scegliere il sesso della voce artificiale che impartirà le indicazioni stradali. Io non ho dubbi: una donna!


(07/09/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


  
  
 
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