HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
ARCHIVIO 

 
Pagina 2 di 3
Alba intanto abbaia a chi si avvicina al cancello di casa, scodinzolando. Fa caldo e quando la accarezzi ti resta una specie di guantino di peli sulla mano, ma se smetti di farlo una nasata sulla gamba è l’immediata risposta.

Appena entri nel corridoio, i cani dei gabbioni abbaiano chiedendoti di uscire per primi, ma il corridoio è stretto e di mani ne abbiamo solo due. Quando arrivi all’ultimo, lo trovi che saltella nella gabbia e ti guarda come per dire, scherzando ma con una punta di timore, “Mica ti sarai dimenticato, eh? Oh, ma lo sapevo che tornavi…”. E già ti si stringe il cuore nel vedere con quanta disperazione si attacchi ad una seppur minima forma di attenzione.
Tiriamo fuori i cani dai gabbioni, gli mettiamo un guinzaglio e li leghiamo ai pali, cercando di rispettare le compatibilità per farli giocare. Guanti di lattice, si cambia il giornale sporco delle feci fatte tra il tardo pomeriggio e le nove di mattina, considerando che in un gabbione possono esserci tre o quattro cuccioli. Tanto quando li rimetti dentro sono pronti a rifarla di nuovo, i furbacchioni.
Pappa e acqua, un po’ di carezze. Non possono stare tutti fuori, non c’è spazio, quindi per quelli che restano in gabbia inventiamo dei giochi, tipo pezzi di stoffa attaccati alle sbarre, che possono tirare per farsi i denti.

Una volta arrivò in canile una maremmana bianca, che doveva aver fatto i cuccioli da poco (non so dove fossero). Era legata ad una rete, seduta, ed uggiolava tremando. Aveva perso i cuccioli e si trovava in un inferno sconosciuto. Mi sono accucciata accanto a lei e l’ho abbracciata. Come l’acqua nel deserto, mi si è appoggiata contro e mi ha infilato il musetto sotto il braccio, continuando a guaire. L’ho accarezzata un po’, tremava. Finché, a poco a poco, si è lasciata andare e ha fatto pipì…una lunghissima pipì liberatoria che teneva dentro la vescica contratta per la tensione e la paura. Si è sporcata e ha sporcato anche me. Una cagna adulta e madre che se la fa sotto...

Puliti i gabbioni, pausa caffè e di nuovo al lavoro. Arrivano i visitatori. Gente che vuole vedere il canile per rendersi conto di come funziona ed esce con un fazzoletto premuto sul naso, perché tutto puzza, e gli occhi bagnati; gente che vuole adottare un cane e gente che lo abbandona; gente che viene a trovare il cane che ha lasciato lì per particolari motivi. Eh, sì. Ci sono persone che parcheggiano il cane in canile e quando lo vengono a trovare dicono “Com’è dimagrito, poverino”. Lo accarezzano, lui sprizza gioia da tutti i pori sentendosi rinato alla vista di qualcuno che non vale niente, e poi gli spezzano il cuore andandosene via di nuovo. Che bastardi infami e vigliacchi.



1 | 2 | 3
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo