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BABY TV: RIPRENDIAMO IL DISCORSO
La scorsa settimana, abbiamo "annunciato" il prossimo arrivo in Italia di una tv dedicata ai bebè. Vediamone le implicazioni.

Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt


Ritenere valida la sostituzione “umano”-baby TV per il neonato significa considerare l’interazione come elemento non fondamentale nello sviluppo dell’individuo. Significa contribuire ad accentuare la condizione di solitudine profonda che già é parte di diverse fasce di età e contesti sociali.

Nella trasmissione diretta di contenuti affettivi ed educativi genitore-figlio si incorre certo in errori dovuti a disattenzione, incompetenza o altro, ma cavalcando l’esperienza della relazione il bambino impara senz’altro a rispondere agli stimoli esterni: interagisce piangendo, ridendo, colpendo, giocando con chi si prende cura di lui. Inoltre, nel tempo, l'individuo apprende e conquista il diritto di replica che non é facile sperimentare interagendo con un televisore...

Volutamente, in questo articolo, sto facendo uso di diverse etichette. Ritengo, così, di imitare una modalità comunicativa che potrebbe essere tipica di un certo modo di provocare “indottrinazione” attraverso la trasmissione di messaggi pseudoeducativi.

Educare, (dal latino e-duco), significa letteralmente “tirar fuori”. Ma credete che un programma televisivo possa insegnare a vivere, rimanendo sordo ai pianti, alle risa, e allo sbocciare di un bimbo?

Io ritengo di no!

Personalmente non sono ancora “genitore”, ma credo che non riuscirei a vivere una vita sociale e lavorativa tranquilla sapendo un mio pargolo nelle mani di una scatola parlante!

Nella mia professione di psicoterapeuta, peraltro con un’impostazione gestaltica, pensare di prescindere dalla relazione per creare contatti umani e cambiamenti personali é fuori dalla realtà.

In una relazione umana, c’é un corpo che parla, una mente che elabora le esperienze e un cuore che sente e diventa motore per ogni reale trasformazione di un’esperienza in consapevolezza.

Personalmente in terapia non prescindo mai dall’importanza della relazione con il cliente. É attraverso la “relazione terapeutica”, chiaro esempio del modo in cui la persona interagisce col suo mondo, che posso entrare in empatia, in sintonia con lei ed accompagnarla nel suo viaggio di crescita ed autorealizzazione.

Che io sappia, un televisore non é ancora capace di tali “miracoli”.

Sulla scia delle mie considerazioni personali sull’"indottrinamento mediatico”, nel prossimo articolo leggerete i miei commenti alla nascita, già avvenuta anche in Italia, di un canale televisivo pensato specificamente per il mondo maschile e di un altro progettato per il mondo femminile…

La saga delle libertà di espressione continua senza più stupori!


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800



(04/06/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

  
  
 
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