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“TERRA”
©Edizioni White Star Collana: Cubebook Edizione: 2004

Ecco la nuova opera di WHITE STAR, appena pubblicata, seconda perla(dopo il volume “MARE” , 2003) della collana intitolata cubebook: ancora la forma compatta, simpatica e pratica, ancora il prezzo accessibile nonostante la stampa a colori delle 736 pagine di fotografie in carta patinata. A quanto pare l’editore sta mantenendo la sua promessa e non possiamo far a meno di compiacercene.

Claudia Bruno

Questo secondo volume di una storia cominciata negli oceani che ci portiamo dentro, si addentra nei meandri della natura più viva, quella che abbiamo davanti e che non vediamo, quella che esiste e che non conosciamo: il nostro pianeta, la Terra. Un viaggio attraverso il “globus”, che dimostra ancora una volta quanto sia illusoria l’idea di finitezza che l’uomo si è fatto di esso. Chi ha detto che non c’è più posto da conoscere, che non esiste territorio inesplorato, che questa sfera immaginaria e circumnavigabile è il luogo in cui tutti i punti sono equidistanti dal centro, in cui tutti i dove sono uguali? Se questo è vero per la conoscenza umana intesa come bagaglio in comune che una società si porta dietro, non è altrettanto vero per la coscienza di ognuno di noi, e le 600 fotografie presenti in questa raccolta non fanno altro che testimoniarlo.

Grande Erg (deserto Namibiano): una creatura in controluce guarda la fiamma ipnotica di calore che sembra confondere il resto. California (Usa)- Death Valley, Badwater Pool: la roccia riflessa nell’acqua, l’acqua riflessa nella roccia. Foresta di Nordskoven (Danimarca): una strana nebbia dissolve la luce fino alle radici della fantasia. Friuli Venezia Giulia (Italia)- Fiume Fusine: zampilli di gelo, violenza dell’acqua
che si solidifica sui rami sovrastanti. Disegni formati dai cristalli di sale lungo le sponde del lago Natron (Tanzania). Fenicotteri rosa sorvolano il lago Magadi (Kenya). Zampillo di lava sul Kilauea (Hawaii). Iceberg al largo di Sounders Island (Regno Unito): la ragione ignora tanta perfezione nelle forme, nel movimento concentrico delle sfumature ghiacciate. Arizona (Usa)- Arenaria erosa dalle inondazioni stagionali: arte, sconosciuta alla mano umana, superfici perfette si richiamano, si completano come parti della stessa totalità. Zebre nelle paludi dell’Okavango (Botswana): strisce sulla pelle e sul terreno erboso, potenza del moto di singolarità coordinate ma in disordine. Umbria (Italia) – Campi a Castelluccio, nelle vicinanze di Norcia: colori, densi come tempera. Queste, solo alcune delle sorprese che superano l’immaginazione, che mozzano il fiato per tanta particolarità, infinità che fa paura.

«C’è una terra sovrana, pura forza dirompente e armonie naturali. E’ un sublime meccanismo, una sinfonia senza stonature, una bilancia in perfetto equilibrio. Non strade, città, monumenti, ma boschi, montagne, mari, deserti…ritratti incantati di un mondo che ci ospita, ma di cui non siamo padroni.» , questa volta a farci da “Virgilio” è una sola voce, quella di un Alberto Bertolazzi più uomo che mai, che ci guida a lasciarci stupire, cullare, intimorire dagli scorci del pianeta blu. Scorci che sono conservati in capitoli, come in cassetti da aprire in una giornata diversa dalle altre, ognuno con un titolo, una tematica, talvolta originale: “Il senso dell’acqua”, “Gli specchi del cielo”, “Le radici del mondo”, “Confini invisibili”, “Dolci profili” ed altri ancora.

Pagine, in cui regna l’estremità di immagini che svelano ai nostri occhi luci e forme lontane eppur vicine, che ci fanno sognare, sperare di vederle un giorno con i nostri occhi, quelle realtà.




(21/03/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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