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LA MUSICA E IL DJ. IN CONSOLLE CON CRISTIAN MARCHI
Cosa ne pensa un Dj della musica di oggi? Quali sono i generi che rendono di più? Che rapporto ha con la musica classica? Scopriamolo insieme a lui.

Barbara Molinario

Cristian Marchi, dj/produttore testimonial del magazine Gq, è residente al Papeete di Milano Marittima e al Bambù di Mantova. Si esibisce settimanalmente nei fashion club di tutta Italia. A Roma, negli ultimi mesi, è stato protagonista alla Maison, all’Art Café, al Gilda, al Downtown, alla Cabala e la scorsa estate nella cornice dell’Area.

D: Qual è il genere musicale del momento?

Per quanto riguarda i club il genere musicale più in voga lo potrei definire con l’ormai obsoleta etichetta “house”, se invece parliamo di radio probabilmente il genere “pop” è sicuramente il più seguito e programmato.

D: In quale direzione sta andando la musica?

In questo momento le sonorità sono elettro pop come quelle di fine anni ‘80.

D: Ormai si è detto e sentito tutto?

È vero! Pochi sanno ancora inventare qualcosa di innovativo, il vero problema è che la gente è come le pecore, va dietro al branco, basta che qualcuno faccia qualcosa di nuovo e già qualcun’ altro lo ripropone uguale, ripetutamente e senza neppure buon gusto.

D: Un consiglio su cosa ascoltare per entrare nel tuo mondo.

Il mio disco, chiaramente! “Original all move on”

D: La musica classica è ascoltata ancora oggi dopo secoli, le produzioni musicali odierne verranno ascoltate dai nostri posteri tra 500 anni?

Non vedo il motivo per il qual non dovrebbero farlo!

D: Secondo te perché i giovani oggi amano la musica “rumorosa”al contrario dei nostri genitori che ascoltavano una musica melodica?

Erano altri tempi, la musica cambia in continuazione, è in costante mutamento.

D: Tu che sei un produttore discografico e decidi cosa immettere sul mercato, pensi che i “consumatori di musica” acquistino quello che gli viene proposto e fatto ascoltare in continuazione, finché non si abituano e se lo fanno piacere oppure hanno un gusto e scelgono anche artisti non molto pubblicizzati?

Io sono un produttore discografico e propongo dei prodotti che possono portarmi risultati per il lavoro che svolgo, chiaramente. La gente oggi purtroppo come ben sappiamo, non compra più la musica, bensì la scarica dalla rete.

D: Ascolti la radio? Il programma radiofonico che più ti piace e perché?
Ascolto sempre la radio, apprezzo radio Dee Jay, da sempre ascolto il grande Albertino, un bel programma che negli anni ha saputo rinnovarsi nella maniera giusta. Adoro anche Dee Jay chiama Italia, il programma condotto da Linus e Nicola Savino. Sono due grandi personaggi che sanno spiegare molto bene come sta girando il mondo in quel momento preciso.

D: Un disco che secondo te meriterebbe di più?

Un disco ben fatto!

D: Ed uno che ha un successo che non merita?

Ogni disco ha un suo perché! C’è sempre un motivo!

D: Pensi che un Dj offra un esempio ai ragazzi che ballano la “sua” musica?

Credo che il dj sia un comunicatore, ma non ho velleità in questo senso. Intendo dire che pur cercando di esprimere valori positivi non ho la presunzione di offrire esempi alle persone che mi ascoltano.

D: Hai notato un cambiamento nelle discoteche dopo la campagna anti alcool promossa dal Ministero della Salute?

Quella campagna in particolare non ha creato disagi. Unita alla legge anti fumo e con l’avvento dell’euro si è innescata una vera rivoluzione nelle abitudini degli italiani.
La discoteca comunque sta soffrendo anche per altri motivi, in primis la scarsa professionalità di molti addetti ai lavori.

D: Ci sono tanti ragazzi che ballano e si “sballano” per evadere dalla propria vita, tu che ne hai viste tante, cosa ne pensi? Secondo te qual è il malessere che affligge la nuova generazione?

Sicuramente il voler apparire a tutti i costi! La società, a volte in modo subliminale, ci indirizza verso canoni da seguire. Chi non riesce a stare al passo con questi modelli, ma soprattutto le persone che non hanno le spalle sufficentemente larghe per “difendersi” da questa “aggressione”, rischiano di prendere brutte strade.


(10/02/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


  
  
 
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