HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
ARCHIVIO 

 
Pagina 1 di 1
REGNI DI CONFINE: LE PIANTE CARNIVORE
PARTE SECONDA

Segue la seconda parte dell'articolo dedicato alle piante carnivore e per chi non avesse letto la prima parte cè anche un breve riassunto...

Pietro Bruni

Riassunto della puntata precedente: un pugno di stolte pianticelle misero in atto il malsano proposito di andare a colonizzare un suolo paurosamente privo di elementi nutritivi. Dopo i primi momenti di carestia e di panico alcune ebbero la splendente idea di sopperire alla carenza alimentare nutrendosi di insetti. Buona idea! Ma qualcuno fece giustamente notare che catturare un insetto è già in sé cosa difficile, se poi si è una pianta, le cose si complicano ulteriormente… Che si fa ? si domandarono tutti terrorizzati…

Ed è qui che la nostra storia ricomincia.

Dunque, di radici ben infisse nel terreno non se ne può fare a meno - servono per i beveraggi - quindi di iniziare a saltellare come indemoniati per la foresta in caccia di mosche non se ne parla. Una pianta particolarmente sveglia, pare si chiamasse Drosera Tammazzo, ragionò sul fatto che per catturare insetti, se si è una pianta, il metodo migliore è quello di restare immobili e aspettare che questi beoti si posino sulle foglie per poi fare in modo che rimangano intrappolati.

Diffuse il suo progetto, che in effetti, essendo molto sensato, piacque molto. Da allora fino ad oggi le carnivore si specializzarono nell’attirare insetti, nell’intrappolarli e nel digerirli. Non fu cosa affatto facile, ci vollero milioni di anni, milioni di eroici tentativi falliti e, ahimè, milioni di morti. Ma non disperatevi troppo! La crudele legge della Selezione naturale è il motore della biodiversità e senza essa saremo tutti ancora consimili delle amebe. Pensate che seccatura. Quindi in alto i calici, un brindisi senza rimpianti ai nostri defunti antenati ameboidi!... a cui dobbiamo fiori, gambe, occhi, elefanti eccetera.

Ogni famiglia di piante carnivore attua il suo malefico piano di predazione in maniera diversa. Le sarracenie e i nepenti attirano le prede nei loro coni, detti ascidi, dove rimangono intrappolate prima di annegare. Le dionee hanno le foglie modificate in due valve che, quando stimolate sulla loro superficie interna, si serrano sulla vittima. Le drosere hanno foglie appiccicose che si piegano sull’insetto quando esso rimane invischiato. Le utricularie, infine, hanno delle sacchette vuote che aspirano gli artropodi acquatici che si avvicinano troppo, e pensate, lo sapevano fare prima che fosse inventato l’aspirapolvere…eh… la Natura…

Va bene. Basta idiozie. Parliamo delle piante carnivore italiane. Sul nostro territorio sono presenti tre generi di piante carnivore: le Drosere, le Utricularie e le Pinguicole. Le più facili da osservare in natura sono le Drosere, non perché siano più diffuse, ma semplicemente perché amano raggrupparsi in luoghi precisi. Crescono infatti solo ai bordi delle torbiere. Dove il suolo è asfittico e acido, formano delle graziose comunità che per il loro ipnotico sfavillio rossastro sono facilmente individuabili. Se volete, le potete ammirare nel Parco delle Torbiere di Iseo, che tra l’altro, a parte le drosere, è un posto splendido. Vale davvero la pena di farci una gita: potrete ammirare bellissimi uccelli acquatici in un intatto e immacolato paesaggio subalpino.

Una raccomandazione importante: le Piante carnivore sono specie rara e protetta, non vanno quindi raccolte o estirpate dal loro ambiente naturale. Sia per ovvi motivi ambientali sia per le meritate, salatissime multe a cui si andrebbe incontro. Negli ultimi anni sono diventate facili da reperire anche nei vivai non specializzati e stanno inoltre diventando abbastanza economiche. Quindi se volete averne qualcuna per casa, che stia tutto il giorno teneramente intenta ad azzannare insetti, non c’è nessun motivo che vi possa spingere a sottrarla, poveretta, al suo ambiente naturale.


(10/02/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura delle proprie piante è benessere

  
  
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo