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VITA IN GIARDINO: AZALEA O RODODENDRO? DUE FIGLI DI UNA STESSA MADRE
Nome scientifico: Rhododendron
Nome comune: Azalea, Rododendro
Famiglia: Ericacee
Esposizione: Mezz’ombra
Aspetto: Arbusto
Origine: Asia, Europa, America
Epoca di fioritura: Primavera-Estate

Pietro Bruni

Scrivere concisamente sui rododendri è come cercare di far entrare un elefante in macchina o per lo meno questa è l’impressione che si prova. Si può comprimere, sminuzzare ( non l’elefante poveretto ) deformare e pigiare ma si avrà sempre la percezione che una parte rimanga fuori. Ed è così, perchè a meno di non chiudersi per tre mesi in un monastero ( con biblioteca ben munita di testi botanici ) a scrivere come ossessi invasati, l’argomento è troppo smisurato per essere trattato in maniera esauriente.

Finita la stucchevole puntualizzazione cominciamo col dire che l’azalea è lo stendardo della floricoltura. Il vessillo, la personificazione, il simbolo e pure l’essenza del giardinaggio. Non tanto per la sua pur grandissima fama, seconda probabilmente solo a quella della languida Rosa, ma per la potenza con cui ha incarnato nei secoli il ruolo di pianta selvatica nel tempo addomesticata, riprodotta e modellata da ostinate miriadi di giardinieri che con genio, amore, fantasia e pazienza l’hanno traghettata fino ai giorni nostri in tutte le sue centinaia di forme attuali.

Non è facile districarsi in questa moltitudine… a complicare le cose c’è il fatto che scientificamente le azalee e i rododendri sono la stessa cosa: fanno entrambi parte del genere Rhododendron. Nella nomenclatura botanica quindi il nome azalea non esiste. Esiste però nella realtà quotidiana: in un vivaio le azalee sono i Rhododendron con foglie più piccole che perderanno in inverno, i rododendri invece hanno le foglie più grandi e generalmente sono sempreverdi.

Un consiglio: quando andate da un rivenditore fate finta di non sapere nulla di questa non-differenza, dimenticatela, silenzio e omertà… se non volete essere presi per bizzarre macchiette saccenti ascoltate con candido stupore le stravaganti dissertazioni dell’ignaro commesso su pregi, difetti e differenze tra i due fantomatici gruppi. Eviterete di essere classificati voi. Schedati nella seccante specie dei saputelli.

La colpa di questo pastrocchio di nomi è tutta di Linneo, sempre lui, sempre lui, che nel 1753 creò due differenti generi di piante senza però sufficienti diversità tra loro, per questo dunque qualche anno più tardi le azalee e i rododendri sono stati fusi in uno solo genere, il Rhododendron. Da allora sono passati 200 anni… forse i tempi sono maturi, sì, bisognerebbe proprio che qualcuno avverta i vivaisti…

Il rododendro è un arbusto che può essere facilmente coltivato in vaso, ed è, giustamente, una delle più famose piante ornamentali, sia per la bellezza della sua fioritura sia per l’eleganza del suo portamento. Il colore dei fiori è molto variabile. Ci sono azalee bianche, rosse, arancioni, gialle e perfino blu. L’enorme varietà di specie, addirittura più di 1000, consente di avere in giardino o in terrazzo un rododendro fiorito quasi in ogni momento dell’anno. Le azalee sono arbusti dalle belle foglie di forma ellittica, pelose e coriacee.

Il fiore ha un calice formato da 5 sepali e una corolla con 5 petali, che nelle forme doppie diventano naturalmente più numerosi.
Questo genere è molto vario nelle sue forme e nella sua distribuzione: va dall’essere un’esile pianticella strisciante a un imponente albero, popola le gelide valli Himalayane in compagnia dei licheni così come soggiorna nelle foreste tropicali godendosi la splendida compagnia della radiosa orchidea.

Una pianta che ha viaggiato tanto, ha visto e conosciuto il mondo e che si è diversificata e stanziata secondo i gusti delle varie specie, che mano a mano prendevano forma sotto gli implacabili, frantumanti colpi di spada della Selezione Naturale.
Alcune specie sono velenose. Quindi vale anche qui lo stesso suggerimento dato per la Kalmia: a meno che non siate Lucrezia Borgia, che si deliziava ad avvelenare i suoi ospiti, non preparate insalate d’azalea!

Addirittura pare sia pericoloso anche il miele delle api che si nutrono del polline del suo fiore. Plinio narra, infatti, che una legione romana, reduce da una schiacciante vittoria contro i Persiani, fu decimata sulla via di casa, per aver allegramente trangugiato miele ricavato dal Rhododendron ponticum.


(18/01/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura delle proprie piante è benessere

  
  
 
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