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CAMELLIE. UNA TAZZA DI THE PER GEORGE
Nome scientifico: Camellia
Nome comune: Camelia
Famiglia: Theaceae o Ternstroemiaceae
Esposizione: Mezz’ombra.
Aspetto: Arbusto
Origine: Asia
Epoca di fioritura: Primavera o Autunno-Inverno

Pietro Bruni

“Ci sono poche ore nella vita più opportune di quelle dedicate alla cerimonia del the delle cinque”
Henry James

“Siediti e bevi il the Pennyroyal !”
Kurt Cobain

“L’estasi è un bicchiere pieno di the”
Aleksandr Pushkin

Tutte citazioni sul the. Ma quanto è diffuso il the! The dappertutto. Sommersi dal the. Allora visto che il the è così importante possiamo dire che la più grande virtù della camelia è quella di averci messo a disposizione il the. Eh già. Questa bevanda così diffusa si ottiene dalle verdi e tenere foglie appena sviluppate di Camellia sinensis.

Questa specie, coltivata fin da tempi antichissimi in Cina e India, è un arbusto che puo raggiungere la considerevole altezza di 10 metri; visto però che le foglie utili per il the sono quelle che crescono all’ estremità della pianta e che giustamente i contadini cinesi hanno già abbastanza problemi senza doversi mettere a fare “Tree climbing”, queste camelie vengono mantenute all’ altezza più agevole di 80 centimetri.

La raccolta delle foglie viene eseguita a partire dal terzo anno di età e poi continua per decine e decine di anni a venire. Il periodo di raccolto nei climi miti si estende a tutto l’anno; nelle zone a clima più rigido, invece, è concentrato in estate, quando la fase vegetativa della pianta è all’acme e la produzione di nuovi getti è massima.

Ok, va bene il the; però la camelia è anche una delle più incantevoli e giustamente famose piante ornamentali, e visto che in questa sede si parla di piante e non di tisane, adesso vediamo un po’ di concentrarci sull’aspetto botanico e decorativo di questa esponente di spicco di ogni terrazzo che si rispetti.

Il nome Camellia è stato coniato, tanto per cambiare, da Linneo in onore di un botanico, tale George Kamel. In effetti viene davvero da pensare che la dote di Linneo non sia stata tanto quella di avere classificato migliaia e migliaia di specie ma quella di non essersi fatto poi venire un bell’ esaurimento nervoso a trovare un nome per tutte: c’è gente che va in grossa crisi per dare il nome al terzo figlio…

La camelia per usi ornamentali venne introdotta in Inghilterra, England of course…, a metà del ‘700. Nel 1850 in tutta Europa l’amore per questo fiore rasentava la follia: vari aneddoti ci raccontano di damerini che sperperavano fortune per la fissazione di avere sempre un fiore di questa pianta all’occhiello; di fiumi di rubli sborsati dalle nobildonne di San Pietroburgo per guarnire i propri vestiti da ballo con questi fiori. Poi, come ogni moda, anche la camelia ha avuto il suo crepuscolo: alla fine del secolo era diventata pianta rara e quasi scomparsa dai vivai dell’epoca. Nel ‘900 è fortunatamente risorta per poi rimanere in auge fino ai nostri giorni.

Questa pianta è un arbusto sempreverde che può essere coltivato con successo in piena terra così come in vaso. Può raggiungere altezze veramente notevoli, fino a diventare un vero e proprio albero di 15 metri. . Le foglie sono di un bel verde scuro, eleganti e lucenti; i fiori sono a forma di coppa e possono essere semplici, semidoppi o doppi. Il loro colore va dal rosso al bianco comprendendo tutte le sfumature intermedie tra questi due tonalità.

Il genere Camellia comprende un’ottantina di specie ma solo pochissime di queste vengono utilizzate nei giardini europei. Da noi le specie Camellia japonica e Camellia sasanqua sono certamente le più diffuse: la prima è la camelia più classica, chi ha in mente una camelia ha in mente lei. La seconda che sta giustamente prendendo sempre più piede, è la cosiddetta camelia invernale, detta così per i suoi magnifici fiori che iniziano a schiudersi quando le prime nebbie autunnali iniziano ad ovattare le pianure adagiandosi sugli infiniti campi di riso appena mietuto, quando quella nebbia e quel freddo ovatta un po’ anche noi: il nostro spirito che intirizzito pensa a un’altra estate per sempre andata. Beh, non è uno scherzo che in questi momenti un’impertinente pianta ricoperta di fiori aiuta… sembra dirti che le stagioni sono relative e che c’è una ragione per ogni periodo, anche per l’inverno: per quello reale, quello che tutti vedono, quello con la neve e S. Ambrogio (a Milano il 7 Dicembre); ma anche per quelli inverni che sono solo nostri, quando lo sgradevole freddo è dentro di noi, a importunarci e a intorpidire il nostro buon umore.


(03/11/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura delle proprie piante è benessere

  
  
 
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