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Secondo la disciplina del Kundalini, tutti e tre i canali partono dal coccige e procedono incrociandosi in corrispondenza dei chakra fino ad arrivare a quello posizionato più in alto, il Sahasrara, immaginato come una fontanella aperta sulla sommità del cranio che permette all’energia individuale di unirsi a quella cosmica. Questa unione di opposti (finito-infinito) si compie anche attraverso il completamento delle energie sessuali. Infatti la kundalini è un’energia tipicamente femminile, e soltanto dopo un corretto risveglio della stessa, il suo fluire raggiungerà l’ultimo chakra, dove è concentrata l’energia maschile.

Ma che significa risvegliare la kundalini?
L’unico modo per farlo corrisponde ad un forte e costante lavoro su di sé, da svolgere prima in presenza di un maestro, poi anche individualmente. In generale questo lavoro consiste in un insieme di Asana (posture statiche o dinamiche) combinate con diversi Pranayama (tecniche di controllo del respiro), Dharana (meccanismi di concentrazione) e Dhyana (meditazione attraverso il potere dei mantra) .

Il mondo dei mantra è a dir poco affascinante, queste formule rituali pronunciate nella lingua originale, il sanscrito, consentono una ‘sintonizzazione’ tra le nostre vibrazioni e la vibrazione universale, probabilmente la stessa originata dal big bang. Rispetto alle lingue moderne il sanscrito comprende 52 lettere. Proprio l’alto livello di composizionalità permette di creare circa 22850 monosillabi diversi per arrivare il più vicino possibile alla vibrazione ‘cosmica’.

Nel Kundalini yoga si fa spesso uso di un mantra iniziale (Ong Namo Guru Dev Namo Ad Guray Nameh, Jugad Guray Nameh, Sat Guray Nameh, Siri Guru Devay Nameh) attraverso il quale ci si inchina davanti all’infinita coscienza del sé, e si crea una sorta di scudo protettivo intorno alla propria individualità. Il mantra finale ‘Sat Nam’ ripetuto tre volte (un lungo Sat e un breve Nam) è seguito dall’inchino fisico al sè e alla partecipazione dei presenti.

Oggi il Kundalini yoga è sempre più praticato in occidente, la sua diffusione ha raggiunto davvero le abitudini di gente comune. Essere consapevoli non significa soltanto essere convinti di agire secondo coscienza. Spesso la fretta di vivere ci porta lontano da tale obiettivo. Allora imparare ad ascoltare il nostro respiro, sentire il nostro corpo concentrandoci su alcune zone, abbinando la pratica fisica alla meditazione e alla recitazione vocale, diventa un difficile lavoro di sincronizzazione di intenti. Fatichiamo per tornare uomini.

I benefici? Ricominciare a respirare attraverso un controllo non forzato ma consapevole, imparare ad interpretare i messaggi che il corpo comunica, trovare maggiore lucidità e prontezza nell’affrontare con intuito e tranquillità la vita quotidiana, ricongiungersi in qualche modo ad una forza universale che riconosciamo superiore alla nostra piccolezza. Il Kundalini yoga aiuta ad avere il coraggio di fermarsi nel caos. Ascoltare. Sentire. Anche quando il rumore di fondo è talmente forte da soffocare completamente i nostri suoni.
Ancora una volta dunque viene rispettata la trilogia del benessere fisico, mentale e spirituale, tre sfere fortemente interdipendenti, al di là di quello che le società attuali vorrebbero dimostrare.


(28/05/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere

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