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FREDDO E VENTO. NEMICI PER LA PELLE!
Il freddo non è ancora arrivato, ma è ormai autunno e se l’unica certezza è il ripetersi delle stagioni, presto lo farà. Sarebbe bello quest’anno vivere l’inverno di petto, semplicemente ricordandoci di prendere alcune accortezze nei confronti della nostra pelle, la prima a risentire dei cambiamenti ambientali.

Claudia Bruno

E’ strano pensarlo, ma in fondo la pelle è un involucro, la membrana che ci separa dal mondo esterno e allo stesso tempo ci permette di comunicare con esso. Le parti più espressive del nostro corpo (mani, faccia, labbra, occhi) non sarebbero le stesse senza il colore, la morbidezza, la consistenza della pelle che le riveste giorno dopo giorno. La pelle rispecchia così i nostri umori, rivelando lati più o meno nascosti della nostra personalità, del nostro modo di essere.

Per questo prendersi cura della propria pelle, spesso, significa prendersi cura di sé, decidere di rivelarsi al mondo nella maniera più spontanea e naturale. In ciò la stagione invernale può essere d’intralcio anche ai più volenterosi, se si perdono di vista le necessità dermatologiche essenziali per l’epidermide.

La pelle è composta da tre tipi di tessuto: l’ipoderma, il derma e l’epidermide.
L’epidermide, il tessuto della pelle più esterno, svolge una funzione essenzialmente di protezione. Si accresce attraverso quattro strati (basale, spinoso, granuloso e corneo) con un processo di cheratinizzazione che ha una durata di 3 o 4 settimane. Proprio sullo strato corneo, il più superficiale, influiscono le intemperie. Qui si conclude il processo di cheratinizzazione per il rinnovamento cutaneo: le cellule morte, senza più nucleo, vengono eliminate come lamelle cornee dalla superficie epidermica.

Il compito principale dello strato corneo, è quello di mantenere in equilibrio lo stato di idratazione dell’epidermide sia rispetto all’esterno, che in relazione agli strati sottostanti.
Proprio per il suo progressivo disfacimento, infatti, lo strato corneo contribuisce insieme alle ghiandole sebacee e sudoripare, a costituire l’NMF, il Natural Moisturizing Factor (fattore naturale di idratazione). Per intuire l’importanza dell’NMF, basti pensare che una sua carenza implicherebbe una perdita idrica circa del 25% e una perdita di elasticità del 66%.

Quando il freddo, il vento, la scarsa e poco accorta umidificazione degli ambienti in cui viviamo d’inverno, provocano una disidratazione epidermica, quindi, il primo allarme di secchezza è l’assenza di alcuni componenti essenziali dell’NMF, come l’urea, elemento fondamentale per la doppia azione idratante (trattiene l’acqua) e levigante-emolliente. Non a caso, molte delle creme idratanti, consigliate in caso di secchezza della pelle, contengono urea.

Ma sottoporsi esclusivamente a trattamenti idratanti potrebbe non bastare. Molto spesso, infatti, manca la consapevolezza di piccoli e ripetuti gesti quotidiani, piccole disattenzioni in grado di annientare a nostra insaputa ogni effetto benefico di cosmetici e trattamenti.


  
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