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LA MALATTIA SECONDO ILDEGARDA. TRA MISTICISMO E PRATICA MEDICA
Nel XII secolo Ildegarda di Bingen formulò una moderna e insieme antica pratica medica, di cui di seguito riportiamo una minima, ma fondamentale parte.

Francesca Giomo

Ultimamente mi è capitato di entrare in una piccola e interessante libreria, camminando per gli anfratti labirintici di Sondrio vecchia. Tra i 20.000 libri allineati sugli scaffali (così la proprietaria), ne ho trovato uno particolarmente attraente: Alimentazione Sana di H. Reinhard Schiller (ed. Centro di Benessere Psicofisico).

Si tratta di un testo di consigli per un’alimentazione equilibrata basato sugli originali scritti di Ildegarda di Bingen (1098 – 1179), in particolare il Causae et Curae e il Physica; l’autore è un naturopata che vive con la famiglia in una fattoria della Bassa Baviera.

Validi e non pochi sono gli studiosi dei testi di Ildegarda, considerati spesso come veri e propri trattati medici dell’epoca in cui visse la Santa. I suoi scritti trattano di rimedi e cure naturali ancora oggi ritenuti validi, i cui principi di base sembrano intrecciarsi con quelli delle più antiche tradizioni mediche conosciute, tra cui quella cinese, l’ayurveda e quella mediterranea risalente ad Ippocrate.

Personalmente sono da qualche tempo molto affascinata da questa figura di medico – mistico, che considerava l’alimentazione una delle prime forme di “cura” per mantenersi sani e in armonia con la natura, considerando al medesimo tempo anima e corpo. La visione di Ildegarda è una visione olistica dell’uomo, in cui ogni elemento, materico e sottile, è collegato all’altro. Lei stessa afferma che la sua "scienza" gli era stata tramandata direttamente dal Cielo.

In tale sede, voglio riportare alcune considerazioni relative le malattie dovute ad una alimentazione errata, tradotte in termini moderni per l’appunto da R. Schiller. Ciò che riporto credo possa essere uno spunto di riflessione e curiosità per chiunque si interessi all’essere uomo.

E’ in particolare nel suo trattato Causae et Curae che Ildegarda esprime a fondo il concetto che, spesso, le malattie possono rivelarsi una conseguenza di un’alimentazione non equilibrata, oltre che di un modo di vita errato, entrambi fattori che “inibiscono” e “affliggono” il nostro apparato digerente.

Secondo l’autrice gli alimenti vanno divisi in sani e nocivi. Ciò che determina la differenza sono le subtilitas, ovvero le qualità sottili (invisibili) della materia presenti in ogni cosa. Tali qualità derivano dall'appartenenza intrinseca degli alimenti dai 4 elementi: terra, aria, fuoco, aria.
Ildegarda parla, infatti, di una subtilitas calda, fredda, secca e umida, che, a seconda della intensità in cui è presente nell’alimento, lo rende nocivo o benefico; le subtilitas vengono anche definite umori.


  
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