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IL VIAGGIO COME TRIP
Immagini caleidoscopiche, introspezione dell’io, sinestesie, colori: il viaggio da LSD, compagno del rock più duro, o dei moderni raves, di confusione o di esperienze solitarie, attira ancora la curiosità di molti. Ma non sempre si rivela un paese delle meraviglie…

Claudia Bruno

Il concetto di trip è strettamente legato all’assunzione di sostanze allucinogene, in particolare LSD. Questa sostanza, sintetizzata nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann, nel laboratorio della casa farmaceutica Sandoz, rientrava nell'ambito di una ricerca farmacologica sui derivati dell'acido lisergico presenti nella ‘segale cornuta’ (Claviceps purpurea), un fungo parassita della segale e di altre graminacee.

L’LSD, considerato uno dei più potenti allucinogeni conosciuti, può essere assunto per via orale in diverse forme. Liquido (su una zolletta di zucchero, su carta, su un francobollo o bevuto) o solido (dalle micropunte alle cosiddette piramidi, in capsule o in tavolette).
L’LSD agisce come la serotonina, un neurotrasmettitore normalmente presente nel nostro organismo anche in cellule non nervose, come per esempio quelle del tratto gastro-intestinale. E’ quindi in grado di stimolare i recettori per la serotonina. Le principali funzioni della serotonina ci rendono consapevoli di come l’assunzione di una sostanza quale l’LSD possa sconvolgere il nostro modo di percepire il mondo e noi stessi. La serotonina infatti gestisce centri importanti come: trasmissione del dolore, regolazione dell’umore (aggressività), regolazione del comportamento sessuale (desiderio), regolazione della sfera delle percezioni e del comportamento alimentare (fame).

Ciò che caratterizza le allucinazioni dell’LSD rispetto a quelle di altri allucinogeni, è la possibilità di imbattersi in un bad trip. Il viaggio nei meandri della non coscienza non sempre risulta quindi così piacevole, e non sempre il mondo visitato si rivela un paese delle meraviglie come ci si aspetterebbe. Le allucinazioni da LSD iniziano dai 30 ai 60 minuti dopo l’ingestione, a seconda del soggetto. Il viaggio può durare anche dodici ore. Dodici ore di allucinazioni prevalentemente visive: si percepiscono immagini caleidoscopiche dove prevale il colore rosso, si ha l’impressione di vedere sé stessi dal di fuori (introspezione dell’io); e sinestetiche: si vedono suoni, si sentono colori…
A volte si ha la sensazione di trovarsi in luoghi diversi nello stesso istante.

Ma non è sempre così divertente. Molto spesso assumere LSD significa vedere amplificate e materializzate fobie prima mai lasciate libere. Tante sono le testimonianze che raccontano di un incubo lungo tutta una notte, fatto di cadaveri, di mostruose irrazionalità pronte alla persecuzione. Spesso queste immagini si ripresentano a distanza dall’esperienza sotto forma di flash back che lasciano rivivere sensazioni spiacevoli capaci di paralizzare il soggetto nel ricordo del ‘sogno cattivo’. A volte un uso cronico della sostanza può scatenare vere e proprie psicosi. Si dice allora che prende piede il fenomeno di slatentizzazione, in questo caso l’ LSD è capace di provocare la manifestazione di psicosi, a cui il soggetto è predisposto geneticamente, in grado di incidere anche pesantemente sullo stile di vita del soggetto stesso.

Chi comincia a viaggiare non sa più realmente dov’è, è in grado di fare qualsiasi cosa. Questo è pericoloso per sé stessi e per gli altri. Così spesso si decide di intraprendere il viaggio solo accanto ad una persona sobria di cui ci si fida, alla quale ci si affida totalmente, che assuma il ruolo di guida durante la traversata nella propria incoscienza. Chiamata gergalmente ‘sherpa’, la guida deve seguire il soggetto in ogni suo movimento, essere pronta a tranquillizzarlo, calmarlo e in caso di bad trip particolarmente terribili, somministrare ansiolitici. Il termine ‘sherpa’ è qui preso in prestito per estensione dal nome di una popolazione delle montagne del Nepal, ma si applica spesso anche alle guide ed ai portatori di alta quota per le spedizioni Himalayane. Lo ‘sherpa’ è un po’ il Virgilio della situazione: legame indissolubile tra l’inferno della realtà e il paradiso della fantasia (o viceversa?) impossibilitato tuttavia ad inoltrarsi nei meandri più inaccessi di questa. Il lato più oscuro del bad trip resta comunque il possibile raggiungimento di uno stato eccessivo d’ansia capace di condurre al suicidio. Allora, certe volte, qualcuno dal viaggio non torna più…


*Per avere un’ idea più precisa del viaggio da LSD, esemplificativo è il libro ‘Alice: i giorni della droga’, diario di bordo di un’ adolescente americana, edito dalla Feltrinelli in Italia.


(01/09/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


  
  
 
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