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TANZANIA: UN LUOGO DOVE CAMBIARE PELLE
Nella convinzione che una delle migliore cure dello spirito sia viaggiare alla scoperta del mondo, vi proponiamo la lettura di alcune giornate tratte dal diario di viaggio in Tanzania di uno dei nostri "fortunati" collaboratori.

Pietro Baroni

1 gennaio
Allora.... finalmente si parte! Dopo mille peripezie, spostamenti di data e difficoltà eccomi pronto a
lasciare il continente europeo per svernare in Tanzania fino a giugno per la realizzazione della mia Tesi di Laurea. Sono alquanto emozionato. Svariate emozioni e sentimenti corrono nella mia testa: gioia, malinconia, eccitamento, curiosità...Ancora non mi rendo conto fino in fondo di quello che sto per fare; credo che sarò consapevole della mia pazzia solo quando il carrello dell' "uccello di metallo" della Swissair si staccherà dall'asfalto di Malpensa2000.

28 febbraio
Prana. I pellerossa dicono che lo si trova respirando il vento a pieni polmoni. E' energia pura che dona forza, allegria, ebbrezza, vigore. Positivizza lo spirito e la mente. Beh...ora ne sto avendo proprio la prova. Esiste davvero. Sono straripante di gioia e quasi piango dalla commozione. Di sicuro ho gli occhi lucidi.
Mi trovo nelle Ndutu Plains, nella Ngorongoro Conservation Area. Non ho mai visto nulla di simile: chilometri, chilometri e chilometri di piane verdissime straripanti di animali. Penso che parole e fotografie non possano rendere assolutamente giustizia allo spettacolo che sto ammirando. Migliaia di gnu, gazzelle, zebre, giraffe tutti in un posto solo....e non si vede la fine. Penso di non aver mai avuto la sensazione di annegare nell'infinito leopardiano come adesso. Sento il vento che soffia forte sulle piane e sul mio viso, il prana che mi rinvigorisce e lo sguardo che va lontano lontano, oltre l'orizzonte. Mi giro per 360 gradi e la visione è continuamente la stessa. Non voglio crederci ma è proprio così. Sembra quasi di percepire la linea di curvatura della Terra talmente posso guardare lontano!

Gli unici suoni che si sentono sono il milione e mezzo (!) di gnu che “parlano” tra loro. E quanti piccoli appena nati! Eh sì, perché qui vengono tutte le femmine a partorire e lo spettacolo si incrementa di mamme col loro cucciolo che le segue ovunque.
Proseguiamo con il nostro Land Rover lungo prati erbosi e ci imbattiamo in una iena che ha appena cacciato. Mezz’ora a guardarla, ascoltando il macabro rumore delle ossa della malcapitata che si rompono sotto l’imponente mascella della iena.
Decidiamo insieme di proseguire a passo d’uomo fino allo Ndutu Lodge, dove passeremo la notte. La mattina sveglia all`alba perché si va in cerca di ghepardi e leoni. Dopo qualche chilometro e molte sbinocolate, ghepardi all`orizzonte! Tre giovani e una madre. Ci avviciniamo con cautela: li vedo giocare, farsi le coccole, "baciarsi" sulla bocca, mangiare un piccolo gnu appena cacciato....il tutto da dieci metri di distanza! Poi l'incredibile. Uno dei due giovani, probabilmente incuriosito dall'auto, sale prima sul cofano e poi sul tetto. Dal cofano ci guarda attraverso il vetro e io timidissimo con la mano fuori dal finestrino faccio qualche fotografia super ravvicinata. Sentirlo poi camminare sul tetto e' un' emozione indescrivibile. All'improvviso scruto la sagoma di tre leoni magnifici: maschi, grandi, biondissimi, con una criniera enorme. Mai visto niente di piu' bello!
L'adrenalina continua a salire e mi sento drogato di savana. Ogni cosa e' un tassello di bellezza: sciacalli che corrono, piccoli di gnu appena nati con ancora residui di cordone ombelicale, avvoltoi a frotte su carcasse lasciate dalle iene, zebre che brucano, gazzelle di Thompson che fanno salti pazzeschi, mezzora in compagnia di un serval e verde ovunque.

17 marzo
In queste settimane ho continuato a pensare e a riflettere. Per capire chi sono. E miglior modo per farlo è specchiarmi in questa gente che ti mette completamente a nudo, togliendoti la possibilità di indossare maschere rassicuranti. Ci sei solo tu. E loro.
E specchiarmi in questa gente vuol dire specchiarmi soprattutto in bambini. Sorridenti, belli, sporchi, vocianti, colorati, duri, incazzati, allegri, scalzi, nudi, pastori, tanti,...insomma bambini d'Africa. Ogni volta che li saluti loro sono contentissimi, quasi che di solito non siano considerati da nessuno e ridendo di gioia ti urlano "Jambo!" (che vuol dire "ciao!"). Sono pochi quelli che ti chiedono soldi. La maggior parte è solo contenta di salutarti e giocare con te. Stranezza: non ho mai visto un bambino piangere. Non so bene perché. Eppure ne ho visti tantissimi e in mille situazioni diverse. Forse non se lo possono permettere. E' impressionante quanti bambini ci siano qui; l'Africa è davvero il loro paese. E fanno gli adulti. E' questa la cosa che più mi ha colpito. Vedi bimbi di 3 anni lavare i piatti, fare il bucato, fare da pastori a greggi enormi di pecore, tenere un banco al mercato, trasportare secchi da 10 litri d'acqua e ti chiedi: ma cosa fanno lì? Non dovrebbero essere a giocare con gli altri bambini? Non dovrebbero essere spensierati e cullati? Forse. Io non ho risposte, semmai una caterva di domande che mi hanno spogliato del tutto.


  
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