21 Aprile 2009
Oggi è la giornata della Terra. E domani?

Cara/o TerraNauta,
oggi è la giornata mondiale della Terra, l'earth day.

Dal 1970 si celebra regolarmente questa occorrenza e se da un lato sono stati ottenuti risultati molto significativi, dall'altro l'umanità ha comunque proseguito incessantemente il suo cammino autolesionista.

Oggi molte persone parteciperanno alle diverse celebrazioni che si svolgono in giro per il pianeta, ma domani?

Domani riprenderemo a muoverci in automobile, a bere acqua in bottiglie di plastica, a consumare foreste primarie per espletare
le nostre funzioni fisiologiche, ad ingurgitare cibi sempre più sciapi, ma sempre più ricchi di ormoni, mercurio, dolore e sofferenza.

E allora, se vogliamo veramente celebrare la giornata della terra, dovremmo forse cominciare dalle piccole cose.

Ognuno di noi potrebbe utilizzare questa giornata per compiere una scelta piccola, forse simbolica, ma definitiva.

Si potrebbe decidere di non utilizzare più le buste di plastica.

Si potrebbe decidere di non acquistare più l'acqua in bottiglia ne per il proprio consumo casalingo ne per quello mondano (chiedendo l'acqua in brocca al ristorante).

Si potrebbe decidere di non comprare più prodotti con imballaggi eccessivi, o di non acquistare più saponi e detersivi super-inquinanti cominciando invece ad auto-produrli.

Si potrebbe decidere di rottamare la propria automobile cominciando a muoversi esclusivamente in bicicletta o con i mezzi pubblici.

Si potrebbe decidere di diventare vegetariani o vegani, non solo perché in questo modo ci sentiamo più buoni e proteggiamo i poveri animali, ma soprattutto perché il modo in cui oggi la "carne" viene prodotta è profondamente innaturale e insano prima di tutto per chi è il fruitore di tale alimento.

Si potrebbe decidere di mettersi in azione, partecipare a qualche movimento o associazione che si muove realmente per cambiare le cose.

Si potrebbe prendere una decisione radicale, abbandonando la vita che si è condotta fino a questo momento e cercando di riscoprire il contatto con la terra seguendo, ad esempio, l'esperienza del bioregionalismo.

Ma sono tutte cose impegnative, faticose e forse poco vistose.

Molto meglio limitarsi fare una qualche donazione o un gesto legato alla singola giornata. In fondo l'importante è sentirsi più buoni.

Tanto che ci possiamo fare. La colpa è sempre degli altri. Io non ho tempo. C'è la crisi. Ho 4 figli da mantenere. Le bollette. La vita è dura. I politici sono tutti uguali e noi siamo sempre vittime.

"Segavano i rami sui quali erano seduti. E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta. E precipitarono con uno schianto. E quelli che li videro, scossero la testa e continuarono a segare"...

Vi suonano famigliari queste parole? Le ha scritte Bertolt Brecht.

Io non voglio rientrare in questa crudele, ma acutissima descrizione del genere umano. E voi?

Daniel Tarozzi

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