6 Maggio 2009
Una gioia silenziosa

Cara/o TerraNauta,

i riflettori sembrano allontanarsi dall'influenza suina e dalle informazioni spesso contraddittorie che ci sono state fornite nelle ultime settimane.

A questo proposito ti consigliamo di leggere "Febbre suina: tra delirio economico e follia ambientale", in cui Valerio Pignatta ci propone alcune importanti riflessioni che possano aiutare a comprendere quello che sta accadendo.

La gente, però, ha paura. I governi spendono milioni di euro per arricchire le multinazionali del dolore, le persone si guardano in torno con fare sospetto, ed ogni individuo raffreddato viene osservato con paura e malcelato disprezzo. Sembra di sentirle mormorare... "eccoli, sono loro i moderni untori!"

Paura, paura, sempre paura. Come possiamo reagire? Come possiamo ritrovare un contatto con la nostra natura, con la serenità, con la gioia?

Nella nostra ricerca incessante di casi positivi, di esempi diversi, questa settimana siamo andati in Umbria e abbiamo incontrato Etain addey, esponente del bioregionalismo italiano, o meglio del movimento che invita i cittadini urbanizzati a ridiventare nativi del luogo. E' stato difficile ridurre le emozioni, le esperienze e le sensazioni di quel giorno ad un semplice articolo. Impossibile sarebbe farlo qui, in poche righe. Quindi cosa aspetti? Corri a leggere il resoconto!

Per rimanere nell'ambito di persone che hanno fatto scelte diverse, ti proponiamo un articolo di Daria Casali che ci racconta come, alle porte di Bologna, lei e il suo compagno cerchino di vivere in equilibrio con le risorse di madre natura. Ma parlando di scelte di vita coraggiose e di orti e campagne non possiamo non citare il nuovo articolo di Nicola Savio che ci dimostra come "il duro lavoro nell'orto" in fondo in fondo non sia poi così duro.

Nel frattempo il 26 aprile si è "celebrato" il 23esimo anniversario della catastrofe di Chernobyl. Per festeggiare l'Italia continua ad affermare di voler costruire centrali nucleari sul nostro territorio.

Abbiamo quindi intervistato Marco Cedolin, autore di "Grandi Opere, Le infrastrutture dell’Assurdo", per capire cosa si nasconda dietro iniziative come questa che in nome di un incerto e futuro vantaggio per pochi causano certi e immediati danni per molti.

Un bel libro quelli di Cedolin, da leggere con calma, magari sdraiati su un morbido piumino. La soffice imbottitura, però, cela spesso un dolore indicibile: quello delle oche che, per realizzare quella trapunta, sono state spennate vive e senza anestesia.

Quello dei consumi è in generale un tema di spinosissima attualità. Se da un lato, infatti, la stessa definzione di consumatore riduce gli esseri umani a rotelle di un ingranaggio ben oliato il cui unico fine è la sua stessa sopravvivenza, dall'altro lato, se proprio dobbiamo comprare cerchiamo almeno di farlo in modo consapevole. Siamo così sicuri, ad esempio, che sia necessario cambiare telefonino ogni 6 mesi? E che non si possa stare senza avere anche un secondo numero cellulare? Si risparmiano soldi scegliendo diversi operatori, questo è certo. Ma ci siamo mai chiesti qual è il costo pagato per la costruzione di tutti questi cellulari da parte del nostro pianeta? Ce lo svela Alessandra Profilio nel suo "Cellulari: l’eco-compatibilità non è al momento raggiungibile".

Anche oggi è giunto il momento di salutarci.

Ci sentiamo la prossima settimana, ma nel frattempo il mondo si muove, la terra gira, la vita si manifesta.

Non perdiamoci di vista quindi. Continua a seguirci su Terranauta!

Daniel Tarozzi

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