Legambiente

Legambiente al G8: “I Paesi più poveri sono i primi a pagare l’emergenza climatica”

A causa dei devastanti effetti dei cambiamenti climatici, 150 milioni di persone rischiano di dover abbandonare le proprie terre. Ambiente, salute e lavoro devono divenire diritti prioritari: questo il messaggio di Legambiente a Stefania Prestigiacomo, presente al G8 Ambiente di Siracusa.

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g8
Il G8 Ambiente si svolge a Siracusa i giorni 22, 23 e 24 aprile 2009
“È bastato invitare alcuni dei Paesi che pagano di più le conseguenze dei mutamenti climatici per mettere in evidenza che l’emergenza clima è un problema che non può più essere rimandato, e che non può essere nemmeno trattato solo dai Paesi industrializzati”.

Così Maurizio Gubbiotti, responsabile dipartimento internazionale di Legambiente, ha aperto il proprio intervento al G8 ambiente questa mattina a Siracusa, ribadendo alcuni punti anticipati ieri insieme alla coalizione In marcia per il clima in un documento indirizzato al ministro Prestigiacomo.

“Finalmente il G8 si apre ad accogliere le istanze dei Paesi in via di sviluppo che per la prima volta, in questa sede, mettono sul tavolo problematiche diverse da quelle dei Paesi industrializzati. Tra questi, il problema dei profughi ambientali, che riguarda già 150 milioni di persone che rischiano, entro il 2050, di dover abbandonare le proprie terre in seguito ai devastanti effetti del cambiamento climatico. Appare sempre più urgente, parlare di giustizia climatica ed aprire una nuova stagione in cui l’ambiente, la salute e il lavoro divengano diritti prioritari. Non basta attribuire il riconoscimento di uno status giuridico ai profughi ambientali, ma bisogna anche capire che molte questioni legate all’ospitalità e all’accoglienza nei nostri Paesi devono, in primo luogo, essere affrontate attraverso un serio impegno collettivo nella lotta ai cambiamenti climatici. Abbiamo poi ritenuto giusti i riferimenti dei Paesi più industrializzati, e quindi più responsabili, a farsi carico dell’aumento delle emissioni di CO2, ma questo è un problema che, tuttavia, non si può affrontare solo con tecnologie di riduzione quanto, invece, con un modello energetico basato su efficienza e sostenibilità, dal momento che le emissioni di CO2 dal 1990 al 2007 sono aumentate del 37%”.

22 Aprile 2009 - Scrivi un commento
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