Le due facce della Liguria: cementificazione e lotta per i Fondali Marini

La regione Liguria vara un piano per salvare i fondali della costa: in ventisei zone, previste dal progetto, sarà vietato gettare l’ancora e quind fermarsi con le barche. Nel frattempo, nella stessa regione, la cementificazione continua…

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di Andrea Boretti

liguria
La Regione Liguria vara un piano per difendere i fondali marini. Nel frattempo la cementificazione continua.
Negli ultimi tempi si parla di Liguria (quando se ne parla) solo relativamente alla cementificazione prossima ventura, uno di quei progetti di scempio ecologico paesaggistico in seguito ai quali molti soldi finiscono nelle tasche dei politici che li autorizzano e che in cambio lasciano solo metri e metri cubi di cemento (tre milioni secondo le stime).

La Regione, quindi, ha spiazzato ambientalisti e detrattori varando un piano per salvare i fondali della costa ligure. Il progetto, infatti, prevede l’istituzione di ventisei zone in cui sarà vietato gettare l’ancora al fine di evitare la distruzione delle praterie di poseidonie, che costituiscono l’habitat di diverse specie marine e di micro e macro organismi, alcuni dei quali - come il cavalluccio marino - particolarmente rari.

Come ogni cambiamento che si rispetti, il progetto non può che far discutere, anche perché non poter gettare l’ancora significa praticamente non potersi fermare in sicurezza due ore a fare un bagno.

Qual è, allora, la soluzione?

Lo spiega l’Assessore all’ambiente Franco Zunino: “Stiamo pensando a sistemi alternativi; la soluzione più immediata è un sistema di boe a cui ancorare le imbarcazioni, magari gestito dai Comuni”. Si tratta delle cosiddette boe (o gavitelli) intelligenti, già utilizzati da diversi anni con successo in Grecia e in alcune zone della Spagna. Tutto dipende, secondo l’armatore Luca Bassani, dal modo in cui il progetto verrà realizzato: “L'idea non è cattiva, si sta diffondendo anche in altri Paesi. Ad esempio nell'isola di Cabrera, in Spagna, le boe si prenotano, ti avvertono quando sono libere e ti puoi fermare solo 24 ore in modo da consentire una turnazione. La Liguria ha spazi ristretti, bisogna stare attenti a non rendere troppo difficile l'approdo, a non lasciar fuori troppi diportisti. Giusto proteggere i fondali più delicati ma bisogna mantenere delle zone libere”.

ancora
Il piano per salvare i fondali della costa ligure prevede l’istituzione di 26 zone in cui sarà vietato gettare l’ancora
Le nuove norme saranno applicate a tutti i natanti sopra i cinque metri e quindi alla maggior parte delle imbarcazioni, spiega un infuriato Anton Francesco Albertoni, presidente dell’Ucina, l’associazione di Confindustria che raccoglie la cantieristica da diporto: “Sotto i dieci metri le barche neanche si immatricolano. Ma soprattutto ci vorrebbero regole omogenee per tutti. Invece le Regioni stanno partendo ognuna per conto suo, alla fine è come se il codice della strada cambiasse ad ogni confine”.

Non possiamo che essere d'accordo! Ci vorrebbero regole uguali per tutti, regole che estendessero una buona legge come questa anche ad altre regioni e allo stesso tempo impedissero ad un’amministrazione scellerata di svendere il proprio già esiguo territorio.

Ma questo sarebbe un altro paese.

La realtà è storia di questi giorni: il governo, ironia della sorte, intende varare il piano case, che tutti ormai conosciamo, e le boe intelligenti, possiamo prevedere, verranno invece osteggiate fino all’ultimo a protezione di qualche interesse particolare.

Anche in Italia però, di tanto in tanto, una legge buona finisce con l'essere approvata e questo è ciò che speriamo per i campi di poseidonie e i loro, micro e macro, abitanti.

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6 Aprile 2009 - Scrivi un commento
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