Balene: si moltiplicano gli spiaggiamenti

Australia: 80 balene e alcuni delfini si sono arenati nella Hamelin Bay. E mentre i cetacei continuano a morire in grandi suicidi di massa, contemporaneamente migliaia di uccelli migratori perdono la rotta e muoiono anch’essi. L’uomo ha l’obbligo morale di non aggravare la situazione, eppure…

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di Andrea Boretti

balene
Australia: 80 balene e alcuni delfini si sono arenati nella Hamelin Bay
Sono morte in 150 a Novembre, in 48 a Gennaio, poi la strage è proseguita a inizio Marzo quando in altre 150 hanno perso la vita, e ora, è notizia di un paio di giorni fa, altre 80 ci hanno lasciato. Non è un bollettino di guerra, è solo l’elenco degli spiaggiamenti di massa di cetacei sulle coste di Australia e Tasmania negli ultimi 4 mesi.

Lunedì scorso sono stati alcuni surfisti a lanciare l’allarme: erano andati ad Hamelin Bay per cercare un’onda da sfidare e invece si sono trovati di fronte ad un campo di battaglia: 80 balene globicefale a pinna lunga e cinque delfini piaggiati, la maggior parte già morti per lo schianto contro gli scogli poco lontano dalla riva. È stato allora che sono cominciati i soccorsi, una di quelle strazianti corse contro il tempo che ormai sempre più frequentemente diventano spettacolo per turisti sulle coste del continente Australiano. Dopo due giorni di immani tentativi, 11 Balene sono state quindi reintrodotte in mare a Flinders Bay dove le acque sono più calme.

Tutto ciò però è stato inutile.

Solo il giorno dopo, il 25 marzo, nove delle balene superstiti, sono state trovate nuovamente arenate nella costa occidentale australiana e, nonostante all’inizio ci fosse qualche perplessità, è ormai certo che si tratti proprio di quelle salvate il 24 marzo. Sei di queste nove sono state trovate a 6 km di distanza, mentre altre 3 proprio nella stessa Hamelin Bay, dove erano andate a morire la prima volta. Due di queste erano già morte e mostravano segni di morsi di squalo mentre le altre, in condizioni di rapido peggioramento, sono state soppresse.

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Le cause dei suicidi di massa delle balene restano un mistero
400 balene morte in 4 mesi, 500 in 5 mesi, ma per quale motivo?

C’è chi dice che la causa è da ricercare nei sempre più diffusi e potenti sonar civili e militari che riempiendo il mare di onde confondono l’orientamento dei mammiferi, e c’è invece chi individua come causa gli ormai provati cambiamenti del campo magnetico terrestre, in questi mesi fortemente affievolitosi (si parla ormai di una prossima inversione dei poli), e c’è inoltre chi, come il Dott. Giuseppe Notarbartolo di Sciara, ecologo dei cetacei e presidente dell’Istituto Thetys (organizzazione per lo studio e la tutela dell’ambiente marino), da esperto dichiara: “Spiaggiamenti di globicefali più volte all'anno e in grandi numeri non sono una novità. Sono episodi drammatici che colpiscono l'opinione pubblica ma non se ne conoscono le cause che forse possono essere anche naturali"

Risposte definitive, quindi, pare non ce ne siano. La certezza è che centinaia di balene continuano a morire in grandi suicidi di massa e, mentre loro muoiono, contemporaneamente migliaia di uccelli migratori, che da centinaia di anni si spostano dall’Africa all’Europa, perdono la rotta e muoiono anch’essi.


Il Pianeta cambia sotto i colpi dell'agire umano e gli animali sono i primi a patire le conseguenze di tali mutamenti
Forse l’accostamento tra i due fenomeni è azzardato, di sicuro c’è che mentre il pianeta cambia sotto i colpi dell’agire umano, gli animali, da sempre più sensibili di noi a questi mutamenti, mostrano un disagio che si manifesta come abbiamo poche righe fa descritto.

L’uomo dall’alto della sua "intelligenza", ha l’obbligo morale, se non di evitare, quanto meno di non aggravare la situazione. Ci risulta, quindi, sempre più inconcepibile come nel mar del Giappone e nel mare del Nord continui ancora oggi l’insensata e antieconomica caccia alle balene o come in Italia si possa ancora proporre una legge che di fatto permette la caccia sulle vie migratorie degli uccelli.

Arriverà il giorno in cui l’uomo, uscito completamente dall’ambiente naturale dal quale proviene, si guarderà intorno, e non riconoscerà la terra che lo circonda... sarà il giorno in cui, come le balene, ma forse come un grande grido di rimorso, andrà a cercare un posto in cui morire in pace.

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26 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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