Violenze sugli animali al circo? Non si usano più... (???)

Nel precedente articolo abbiamo fatto il punto sullo stadio a cui è arrivata la legislazione italiana nella difesa degli animali impiegati nei circhi. Adesso diamo voce all’altra faccia della medaglia, i circensi, contrari all’ultima proposta di legge, i quali affermano che nessuna crudeltà è usata sugli animali. Ma a ben guardare i conti non tornano...

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di Claudia Pecoraro

leone
Un leone va a cavallo: uno dei ridicoli numeri che gli animali sono costretti a fare al circo
Nel progetto legislativo per la graduale dismissione dell’uso di animali da parte dei circhi e per il taglio dei contributi statali a quelli che continuano a usarli, si legge tra le altre cose: «Per la loro intera esistenza gli animali sono obbligati in angusti spazi, in molti casi con l’ausilio di mezzi coercitivi, quali le catene, tipici dei peggiori orrori della tortura. Da tale deplorevole situazione gli animali sono svincolati solo per eseguire a comando, spesso sotto il giogo della frusta, esercizi contrari alla loro natura. La violenza perpetrata nei confronti degli animali è continua, dalle condizioni di detenzione al trasporto in container per finire con l’addestramento finalizzato a soggiogare l’animale alla volontà dell’uomo».

E ancora: «Per imparare gli esercizi dello spettacolo, gli animali subiscono addestramenti basati su violenze fisiche e psichiche che mortificano la loro natura».

Dall’altra parte, invece, l’Ente Nazionale Circhi continua a sostenere la bontà della presenza degli animali negli spettacoli e nel proprio sito Internet si può leggere un’apposita sezione dedicata alla questione, in cui è spiegato che le moderne tecniche di addestramento e le condizioni di vita degli animali utilizzati negli show sono orientate al loro benessere psico-fisico.

Riassumendo, l’Ente asserisce che dalla seconda metà del ‘900 in poi nei circhi di tutto il mondo è cambiato radicalmente il rapporto tra animali nati in cattività e addestratori. L’addestramento circense moderno sarebbe basato su una forma di rispetto reciproco e di collaborazione tra uomo e animale, come confermato dai più insigni etologi, veterinari e direttori di zoo.

Inoltre, si precisa a risposta di chi condanna l’innaturalità dei comportamenti a cui sono costretti gli animali negli spettacoli, quelli che si esibiscono sono nati in cattività da più generazioni e quindi hanno sviluppato un comportamento ed un’istintività diversi da quelli allo stato selvaggio. (Ma allontanare gli animali dal proprio habitat non va già contro la loro natura? – ci chiediamo noi).

elefante
Gli animali vengono trasportati in condizioni anguste
Poi si aggiunge che da tempo sono scomparse dagli spettacoli quelle esibizioni che umiliavano l’animale con un antropomorfismo di cattivo gusto, come animali vestiti con gonnelline o cappelli, o che impiegano strumenti musicali, nel rispetto della naturalezza dell’animale. (Siamo proprio sicuri? Stavamo tutti sognando quando abbiamo visto scene simili nei più recenti programmi televisivi dedicati al circo?)

A chi punta il dito contro lo stato di malessere in cui sono costantemente mantenute le bestie, viene ribattuto che le frequenti riproduzioni di animali come i felini o i ruminanti all’interno dei circhi testimonia il loro perfetto stato di salute fisico e psicologico; inoltre, animali in via d’estinzione, come le tigri, difficilmente si riproducono con tale frequenza come nei circhi.

L’Ente risponde anche all’accusa di trasportare da una città all’altra gli animali in condizioni di viaggio disagevoli ed estenuanti, assicurando che durante gli spostamenti agli animali viene garantito l’assoluto rispetto delle specie ospitate e consentito regolare riposo e movimento.

Riguardo poi all’argomento più scottante, cioè le crudeli tecniche di addestramento, si assiste ad una netta spaccatura. Da una parte gli ambientalisti denunciano metodi terribili, che vanno dall’induzione della fame e della sete a piastre e pungoli elettrici (ad es. per far alzare alternativamente le zampe ad un orso), dalle consuete fruste fino ad uncini metallici (per fare “sorridere” un pony lo si punge ripetutamente sul muso con uno spillone, in modo che durante lo spettacolo si ricordi il dolore ed esegua l'esercizio).

Dall’altra parte l’Ente Circhi ribatte che nell’addestramento moderno gli esercizi compiuti dagli animali si basano esclusivamente sui movimenti e posizioni conformi alla loro natura e al loro istinto, quindi assolutamente privi di forzature. Qualunque atteggiamento o postura dell’animale ai quali nel circo viene dato un valore “coreografico”, hanno una precisa rispondenza in natura. Per di più, le tecniche moderne avrebbero sviluppato una comunicazione evoluta tra uomo e animale: per sviluppare un tipo di riflesso o guidare una serie di movimenti, non si fa assolutamente uso della forza fisica; la frusta o il bastone restano nelle mani dell’addestratore solo come strumenti di guida e orientamento.

elefanti
Secondo i circensi, l’addestramento circense moderno sarebbe basato su una forma di rispetto reciproco e di collaborazione tra uomo e animale
Ci piacerebbe credere che le cose stanno così, e non dubitiamo che alcuni circhi trattino i loro “impiegati” animali con amore e rispetto. Peccato però che proprio la gaffe di una delle più famose circensi italiane, Liana Orfei, getti se non altro delle ombre sull’irreprensibilità di questo antico mestiere.

Riportiamo le sue parole: «La tigre è pericolosa perché, oltre a essere astuta, è vigliacca. La tigre ti attacca a tradimento, mentre il leone in genere è leale (...). La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente».

E ancora: «Le foche possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché lo loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po' di pesce ottieni quello che vuoi».

Anche per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte, continua la signora Orfei: «... poi ricomincia la storia con la carne, finché la belva si rende conto che se va su riceve dieci-dodici pezzettini di carne, se va giù la picchiano, e allora va su».

Adesso giudicate voi.

30 Marzo 2009 - Scrivi un commento
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7 lettori hanno commentato questo articolo:
22/4/09 15:55, Gabi ha scritto:
Ma basta usare il clicker (rinforzo positivo) come si fa coi cani.....
Perché rompersi tanto la testa?
1/4/09 05:35, Claudia Pecoraro ha scritto:
rispondo a Bibi: so bene a quando risalgono le parole della Orfei, e suonano gravissime oggi come 15 anni fa, quando già la coscienza animalista era ben radicata (purtroppo non tra tutti). E poi, mi dispiace ma proprio il servizio di Striscia a cui accenna Ric dimostra come le cose da allora non siano cambiate per niente. Basta visitare il sito dell'Ente Protezione Animali alla sezione "ufficio cattività" (http://www.enpa.it/it/) e leggere il dossier che risale a meno di 2 anni fa.
31/3/09 19:11, Ric ha scritto:
Tempo fa hanno proposto un servizio su Striscia la notizia in cui andavano in un piccolo circo (proprio quelli che nell'immaginario vengono visti come dei posti quasi magici...), e alle domande dell'inviato il circense per poco lo prendeva a schiaffi, oltre ad aver fatto volare la telecamera in aria... e da gente così violenta dobbiamo credere che trattino individui del tutto indifesi (come lo sono gli animali) con rispetto e amore???
31/3/09 14:05, bibi ha scritto:
Prima di riportare le parole di Liana Orfei verificate a quando risalgono. Sono dichiarazioni di oltre quindici anni fa e da allora le cose sono decisamente cambiate
31/3/09 07:48, Davide ha scritto:
"Ma cosa dite, tengono rinchiusi gli animali, per quasi tutta la loro vita, solo per i loro bene, non capite." Tanto arriverà il giorno, guerra dopo guerra, in cui non ci saranno più animali nei circhi e soprattutto bisogna boicottare gli spettacoli circensi è l'unica soluzione, compresi quelli televisivi.
31/3/09 04:47, Claudia Pecoraro ha scritto:
Caro David,
è ora che finisca questa barbara situazione.
E credo che i nostri amici animali non siano gli unici a soffrire... che dire dei bambini nei circhi? indagare in proposito non è facile, ma se qualcuno avesse notizie di prima mano, mi piacerebbe scrivere un articolo.
31/3/09 03:55, david ha scritto:
Con che coraggio parlano di naturalità, quando tutti ormai sappiamo come vanno le cose nei circhi. Vedi Earthlings. E sulla riproduzione che dire? Anche negli allevamenti intensivi le mucche si riproducono ma non vivono certo in un ambiente naturale.
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