Le rocce sono state inviate a ministeri, funzionari e media delle regioni artiche che ancora litigano su come gestire una nuova corsa alle materie prime, insieme ad una richiesta di divieto di estrazione di petrolio e gas negli ambienti sensibili dell’Artico, che sono le zone più ricche di pesca del mondo.
“Mentre le tecnologie per affrontare disastri simili non sono affatto migliorate negli ultimi 20 anni, l’Artico stesso è cambiato profondamente e oggi è molto più vulnerabile,” ha detto Neil Hamilton, il funzionario responsabile del Programma Artico del WWF.
“Il ghiaccio marino sta scomparendo e le stagioni di navigazione con le acque aperte durano più a lungo, creando una corsa alle richieste di estrazione delle ricche risorse dell’Artico – specialmente petrolio e gas. La dispersione di petrolio può devastare gli ambienti marini dell’Artico. Data l’attuale incapacità di fronteggiare un disastro marino, abbiamo bisogno di un time out finché non saranno create misure protettive adeguate per questa regione”.
Il rapporto del WWF, Lezioni Non Imparate, raccomanda una moratoria nello sfruttamento ulteriore di petrolio nell’Artico, finché le tecnologie non siano in grado di ripulire efficacemente il mare e le coste, dopo una perdita di petrolio.
Il WWF suggerisce anche che le aree artiche più vulnerabili siano considerate off limits circa lo sfruttamento del petrolio.
Tali “no-zone” dovrebbero essere individuate in base alla reattività e produttività di alcune aree prioritarie, in cui la pulizia del mare e delle coste avvelenate dal petrolio sarebbe quasi impossibile o un disastro ecologico provocherebbe danni irreparabili a lungo termine.
Queste zone comprendono la Baia di Bristol in Alaska, un bacino in cui si pesca il 40% delle risorse ittiche nazionale americane; l’area Lofoten-Vesteralen in Norvegia e la piattaforma del Kamchatka orientale in Russia. In tutti questi luoghi il WWF, insieme al maggiore team di conservazione dell’Artico, si è associato alle popolazioni locali per affrontare la minaccia che lo sfruttamento del petrolio rappresenta per queste località ricche di pesce.
Lezioni Non Imparate raccomanda anche che tutte le nazioni dell’Artico facciano delle valutazioni del rischio che includano attività industriali, marittime, estrazione del petrolio e impatti anticipati dei cambiamenti climatici.
23 Marzo 2009 - Scrivi un commento